Maggio è il mese delle rose ed anche sulla nostra tavola è comparso un bouquet: la torta di rose a lievitazione naturale.
Torta di rose a lievitazione naturale di Achille Zoia
Ricordo quanto a mia madre piacessero le rose. Ogni volta che entrava nel nostro cortile ammirava le rose che stranamente erano in fiore per molti mesi.
Il mese di Maggio poi c'era una vera esplosione di colori e profumi. L'intera parete si ricopriva di questo fiore che lei tanto amava.
Maggio è anche il mese della festa della mamma, una ricorrenza che purtroppo ormai da troppi anni non possiamo festeggiare più.
Quest'anno però ho deciso di festeggiarla, ma a modo mio, preparando un dolce che non avevo mai fatto, la torta di rose.
Mi sto trovando benissimo con il Li.co.li che mi ha regalato Anna Belmattino (ricordate la ricetta del Pandoro?) durante un corso di lievitati a Casa Scarica. Così ho pensato di utilizzarlo anche questa volta, per cui ho scelto una ricetta che utilizzasse il lievito naturale.
La ricetta della torta di rose che ho scelto è quella del maestro Achille Zoia, in cui viene utilizzato il lievito madre, da me convertito in Li.co.li.
Il procedimento indicato dal maestro era semplicemente di impastare tutti gli ingredienti, ma ho preferito indicarvi nel dettaglio il procedimento che ho seguito io, con i vari passaggi.
Ultima nota, ho aggiunto 3 cucchiai di pasta di arance candite sul burro prima di arrotolare l'impasto, un'altra chicca imparata dalla Belmattino.
Torta di rose a lievitazione naturale (su ricetta di Achille Zoia)
Ingredienti (per due torte di rose):
300 g di uova intere
125 g di zucchero (+ 80 g da cospargere sulla torta prima di infornare)125 g di lievito naturale (sostituito da 200 g di Li.co.li.)
500 g di farina forte
7,5 g di sale
100 g di burro
50 g di burro a pomata (morbido da spalmare, ma non liquido)
aroma vaniglia
aroma rosa
Procedimento
Preparare il lievito: 3 ore prima di iniziare ad impastare, prelevare 60 g di Li. co.li ed impastarlo con 60g di acqua e 80 g di farina. Lascaire a temperatura ambiente fino a che il suo volume sia triplicato.
Impastare gli ingredienti in planetaria: inserire nel boccale la farina, il lievito che sarà arrivato quasi al triplo del volume iniziale, e metà della uova.
Iniziare ad impastare con il gancio e quando si inizierà a formare l'impasto, aggiungere poco alla volta le restanti uova.
Attendere che vengano assorbite, quindi introdurre sempre poco alla volta lo zucchero e quindi il sale.
Aggiungere il burro sempre poco per volta, attendendo che l'impasto lo abbia assorbito prima di introdurne altro.
Infine inserire gli aromi ed impastare per circa 15 minuti.
Si dovrà ottenere un impasto liscio ed elastico.
Imburrare uno stampo a cerniera.
Formare una palla con l'impasto e metterlo in una ciotola. Coprire con la pellicola e mettere a lievitare a 26°C fino a che abbia triplicato il suo volume (circa 4-5 ore).
Stendere l'impasto su un foglio di carta da forno e spalmare con il burro a pomata, quindi cospargere l'impasto con la pasta di arancia candita.
Aiutandosi con il foglio di carta da forno, arrotolare l'impasto, partendo dal lato più lungo rivolto verso di voi.
Con un coltello affilato tagliare il rotolo a rondelle di circa 3 dita di larghezza e man mano disporle sulla teglia mettendo prima una "rosa" al centro e poi le altre intorno e lasciando un po' di spazio tra di loro, in modo che abbiano lo spazio per crescere durante la lievitazione.
Coprire con la pellicola e mettere a lievitare a 23°C per circa un'ora.
Riscaldare il forno a 180°-190°C.
Cospargere il dolce con il restante zucchero ed infornare per circa 40 minuti, avendo l'accortezza di coprirlo con un foglio di carta alluminio, se prendesse troppo colore cuocendosi.
Sfornare e lasciare raffreddare prima di estrarre la torta dallo stampo.
Note mie:
una volta fredda, ho spennellato la torta con della gelatina neutra (ma volando si poteva usare anche quella di albicocche) per darle un effetto più lucido.
Scarica il PDF della ricetta.
Chissà se anche queste rose sarebbero piaciute a mia madre.
Penso di sì, ma se pur non fosse stato così, sono certa che mi avrebbe detto che era buonissima. Non amava i dolci, ma da mamma meravigliosa quale era, i miei li apprezzava sempre.
Anna Luisa
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