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Cucina straniera
Dolci
Food
Lievitati
L'ho detto tante volte, internet è proprio un posto strano, un posto dove le distanze si azzerano, tanto che un'amica che sta in India sembra essere la tua vicina di casa. Un posto dove si incontrano persone, almeno virtualmente, che mai avresti incontrato e con cui, fosse solo per la differenza di lingue, mai avresti interagito. Eppure tutto ciò è possibile grazie alla rete.
Ci sono momenti di allegria, momenti in cui si condividono le gioie della vita e quelli in cui si condividono anche i momenti tristi. Questo purtroppo è uno di questi perché di recente ci ha lasciati un amico.
Il pane dolce del sabato ed un saluto ad un amico
L'ho detto tante volte, internet è proprio un posto strano, un posto dove le distanze si azzerano, tanto che un'amica che sta in India sembra essere la tua vicina di casa. Un posto dove si incontrano persone, almeno virtualmente, che mai avresti incontrato e con cui, fosse solo per la differenza di lingue, mai avresti interagito. Eppure tutto ciò è possibile grazie alla rete.
Ci sono momenti di allegria, momenti in cui si condividono le gioie della vita e quelli in cui si condividono anche i momenti tristi. Questo purtroppo è uno di questi perché di recente ci ha lasciati un amico.
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Food
Varie
Lo street food in Italia e nel mondo
Lo street food ci ha sempre affascinati e incuriositi. Per
molti è un fenomeno degli ultimi anni, ma in realtà è sempre esistito in tutte
le sue forme, che cambiano a seconda del Paese dove nasce.
Esistono luoghi dove esso occupa un ruolo marginale e comunque minore rispetto alla ristorazione in senso classico, ma anche posti, come Bangkok, dove lo street food è non solo limitato ad essere un’alternativa ai ristoranti, ma è alla base dell’alimentazione quotidiana, dei cittadini, come ovviamente anche dei turisti. Durante il nostro viaggio in Thailandia, ci siamo resi conto di quanto fosse sviluppata l’abitudine di acquistare dei piatti pronti dai venditori ambulanti, ma è solo leggendo questo articolo che abbiamo scoperto che addirittura molte abitazioni non sono neanche dotate di cucina, tanto sia considerato marginale ed addirittura poco conveniente preparare un piatto in casa propria.
Esistono luoghi dove esso occupa un ruolo marginale e comunque minore rispetto alla ristorazione in senso classico, ma anche posti, come Bangkok, dove lo street food è non solo limitato ad essere un’alternativa ai ristoranti, ma è alla base dell’alimentazione quotidiana, dei cittadini, come ovviamente anche dei turisti. Durante il nostro viaggio in Thailandia, ci siamo resi conto di quanto fosse sviluppata l’abitudine di acquistare dei piatti pronti dai venditori ambulanti, ma è solo leggendo questo articolo che abbiamo scoperto che addirittura molte abitazioni non sono neanche dotate di cucina, tanto sia considerato marginale ed addirittura poco conveniente preparare un piatto in casa propria.
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Recensioni
Può un piatto raccontare un territorio? La risposta è sì. Certo, ciò non accade sempre purtroppo, ma nell'ultimo periodo molti chef stanno valorizzando il territorio utilizzando i prodotti locali nei loro piatti, portando un beneficio non solo ai propri ristoranti, ma a tutto il territorio dove essi lavorano.
Un esempio di questa simbiosi tra territorio e piatti è il ristorante La Taberna del Principe a Sirignano, piccolo comune dell'avellinese che sorge al confine tra le province di Napoli e Caserta.
Taberna del Principe - chef Giovanni Arvonio
Può un piatto raccontare un territorio? La risposta è sì. Certo, ciò non accade sempre purtroppo, ma nell'ultimo periodo molti chef stanno valorizzando il territorio utilizzando i prodotti locali nei loro piatti, portando un beneficio non solo ai propri ristoranti, ma a tutto il territorio dove essi lavorano.
Un esempio di questa simbiosi tra territorio e piatti è il ristorante La Taberna del Principe a Sirignano, piccolo comune dell'avellinese che sorge al confine tra le province di Napoli e Caserta.
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Food
Primi piatti
Giovedì gnocchi...ma personalmente sarei d'accordo a mangiarli anche tutti gli altri giorni della settimana e qualcosa mi dice che non sono neanche l'unica.
Gli gnocchi sono decisamente un ottimo comfort food, nella loro morbidezza e contemporaneamente nella scioglievolezza del sugo che solitamente li accompagna, piacciono a grandi e piccini e ricordo chiaramente che tutte le volte che da piccola mi veniva chiesto cosa avrei voluto mangiare la domenica a pranzo, la mia risposta è sempre stata "gnocchi alla sorrentina!".
Gnocchi alla sorrentina un comfort food della cucina campana
Giovedì gnocchi...ma personalmente sarei d'accordo a mangiarli anche tutti gli altri giorni della settimana e qualcosa mi dice che non sono neanche l'unica.
Gli gnocchi sono decisamente un ottimo comfort food, nella loro morbidezza e contemporaneamente nella scioglievolezza del sugo che solitamente li accompagna, piacciono a grandi e piccini e ricordo chiaramente che tutte le volte che da piccola mi veniva chiesto cosa avrei voluto mangiare la domenica a pranzo, la mia risposta è sempre stata "gnocchi alla sorrentina!".
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Cucina straniera
Dolci
Food
La mia passione per gli Stati Uniti è viscerale. Fin da piccola guardavo i film e sognavo di stare lì, di giocare nei loro giardini, di andare nelle loro scuole dove ogni ora si cambiava classe ed ognuno aveva un proprio armadietto, di vedere un film al Drive Inn, di avere in casa uno di quei frigoriferi enormi con tanto di distributore del ghiaccio, e soprattutto sognavo di essere seduta a tavola a consumare quelle magnifiche colazioni con molte cose dall'aspetto fantastico ma dal sapore e dal nome a me ancora sconosciuti. Ammiravo i piccoli panini tondi, che solo dopo ho scoperto chiamarsi english muffins, che venivamo accompagnati con la marmellata o ancora meglio, usati come appoggio per una fetta di prosciutto tagliata un po' spessa ed un uovo che al taglio avrebbe rilasciato il tuorlo ancora morbido. Guardavo con l'acquolina quelle meravigliose "frittelline" impilate le une sulle altre su cui veniva poi fatto cadere a filo uno "sciroppo dall'aria zuccherina", ma anche le bottiglie di latte e di succo di arancia enormi attiravano la mia attenzione.
Eppure la prima volta che siamo andati negli Stati Uniti non sono riuscita a consumare una colazione salata, ero ancora troppo ancorata al concetto del dolce a colazione. Non temete, ovviamente in breve tempo ho imparato ad apprezzare anche il salato, tanto che ora se ci capita di trovare la colazione internazionale anche in un albergo italiano, Fabio ed io non stentiamo a scegliere per prime le uova strapazzate con del bacon croccante.
Per quanto abbia "studiato" le colazioni americane attraverso la televisione e per quanto ne abbia anche consumate tante, mi ritrovo ancora a scoprire qualche piatto nuovo. E' successo ad esempio durante il nostro recente viaggio negli USA. Essendo il mese di Ottobre, si vedevano ovunque zucche decorative di ogni tipo ed anche nei piatti venivano usate spesso. Una mattina, a colazione appunto, ci trovavamo nel Vermont e abbiamo trovato una sorta di ciambella dal colore leggermente aranciato e di una bontà infinita tanto che Fabio non ha esitato a chiederne il nome alla cameriera, la quale non si è limitata a dirci il nome, ma ci ha fornito anche la ricetta, spiegando che era quella utilizzata da Starbucks, ed ecco il mio primo Pumpkin bread.
Per prepararlo ho utilizzato lo stampo Nordic Ware comprato negli USA, ma nessuno vieta di utilizzare uno stampo a ciambella classico, piuttosto che uno da plumcake o anche farne dei muffins.
Per la zucca, dopo avere eliminato la buccia l'ho tagliata a cubetti, lavata e cotta a vapore finché non è risultata morbida. Una volta fredda l'ho frullata.
200 g di zucchero
1/2 cucchiaino di sale
5 g di bicarbonato di sodio
1/2 cucchiaino di cardamomo
1/2 cucchiaino di noce moscata
1/2 cucchiaio di allspice
1 cucchiaino di cannella
2 uova sbattute
200 g di purea di zucca cotta al vapore
100 ml di olio di riso
1/2 bacca di vaniglia
Io credo che non smetterò mai di essere grata a quella cameriera per questo magnifico dolce e sono certa che quando lo proverete, ve ne innamorerete anche voi.
Anna Luisa
Starbucks Pumpkin bread un dolce facile e veloce
La mia passione per gli Stati Uniti è viscerale. Fin da piccola guardavo i film e sognavo di stare lì, di giocare nei loro giardini, di andare nelle loro scuole dove ogni ora si cambiava classe ed ognuno aveva un proprio armadietto, di vedere un film al Drive Inn, di avere in casa uno di quei frigoriferi enormi con tanto di distributore del ghiaccio, e soprattutto sognavo di essere seduta a tavola a consumare quelle magnifiche colazioni con molte cose dall'aspetto fantastico ma dal sapore e dal nome a me ancora sconosciuti. Ammiravo i piccoli panini tondi, che solo dopo ho scoperto chiamarsi english muffins, che venivamo accompagnati con la marmellata o ancora meglio, usati come appoggio per una fetta di prosciutto tagliata un po' spessa ed un uovo che al taglio avrebbe rilasciato il tuorlo ancora morbido. Guardavo con l'acquolina quelle meravigliose "frittelline" impilate le une sulle altre su cui veniva poi fatto cadere a filo uno "sciroppo dall'aria zuccherina", ma anche le bottiglie di latte e di succo di arancia enormi attiravano la mia attenzione.
Starbucks Pumpkin bread
Eppure la prima volta che siamo andati negli Stati Uniti non sono riuscita a consumare una colazione salata, ero ancora troppo ancorata al concetto del dolce a colazione. Non temete, ovviamente in breve tempo ho imparato ad apprezzare anche il salato, tanto che ora se ci capita di trovare la colazione internazionale anche in un albergo italiano, Fabio ed io non stentiamo a scegliere per prime le uova strapazzate con del bacon croccante.
Per quanto abbia "studiato" le colazioni americane attraverso la televisione e per quanto ne abbia anche consumate tante, mi ritrovo ancora a scoprire qualche piatto nuovo. E' successo ad esempio durante il nostro recente viaggio negli USA. Essendo il mese di Ottobre, si vedevano ovunque zucche decorative di ogni tipo ed anche nei piatti venivano usate spesso. Una mattina, a colazione appunto, ci trovavamo nel Vermont e abbiamo trovato una sorta di ciambella dal colore leggermente aranciato e di una bontà infinita tanto che Fabio non ha esitato a chiederne il nome alla cameriera, la quale non si è limitata a dirci il nome, ma ci ha fornito anche la ricetta, spiegando che era quella utilizzata da Starbucks, ed ecco il mio primo Pumpkin bread.
Per prepararlo ho utilizzato lo stampo Nordic Ware comprato negli USA, ma nessuno vieta di utilizzare uno stampo a ciambella classico, piuttosto che uno da plumcake o anche farne dei muffins.
Per la zucca, dopo avere eliminato la buccia l'ho tagliata a cubetti, lavata e cotta a vapore finché non è risultata morbida. Una volta fredda l'ho frullata.
Starbucks pumpkin bread
Ingredienti:
180 g di farina 00200 g di zucchero
1/2 cucchiaino di sale
5 g di bicarbonato di sodio
1/2 cucchiaino di cardamomo
1/2 cucchiaino di noce moscata
1/2 cucchiaio di allspice
1 cucchiaino di cannella
2 uova sbattute
200 g di purea di zucca cotta al vapore
100 ml di olio di riso
1/2 bacca di vaniglia
Procedimento:
In un recipienti mescolare insieme la farina setacciata, lo zucchero, il sale, il bicarbonato e le spezie .
In un altro recipiente sbattere leggermente le uova, aggiungervi la purea di zucca e quando il composto sarà diventato omogeneo, aggiungere i semi estratti dalla bacca di vaniglia e l'olio a filo, continuando a mescolare.
Versare l'impasto a base di uova nel recipiente con la farina e mescolare giusto fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Versare in un ruoto a ciambella della capacità di 14 l oppure in 2 da 7 litri, che avremo precedentemente imburrato.
Cuocere a 180°C per 45 minuti nel primo caso e per 30 minuti nel secondo caso o comunque finché uno stuzzicadenti infilato nel centro del dolce, ne esca pulito.
Fare raffreddare completamente ed estrarre il pumpkin bread dallo stampo.
Io credo che non smetterò mai di essere grata a quella cameriera per questo magnifico dolce e sono certa che quando lo proverete, ve ne innamorerete anche voi.
Anna Luisa
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Europa
Spagna
Travel
Ieri è stata una giornata intensa ma anche molto bella ed appagante!
Fuerteventura, diario di viaggio: quinto giorno
Ieri è stata una giornata intensa ma anche molto bella ed appagante!
Oggi decido di prendermela con calma.
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