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Agnello al forno e insalata di mele e barbabietole di Yotam Ottolenghi

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Agnello al forno e insalata di mele e barbabietole di Yotam Ottolenghi

Che l'alimentazione debba essere la più varia possibile è cosa ben saputa da tutti. Che io abbia una passione viscerale per la pasticceria è cosa altrettanto nota, ma purtroppo, come dice Fabio, non si può vivere di soli dolci, quindi, per quanto mi piacerebbe avere una cucina monotematica, a volte mi capita di pubblicare qualche piatto salato, ovviamente solo nel caso che lo reputi particolarmente meritevole, tanto da essere testato anche da altri.
Quello che vi propongo oggi è uno di questi casi.


È da un po' di tempo che ho il libro "Nopi" di Ottolenghi, uno di quei libri pieni di belle ricette, tutte provenienti da una cultura gastronomica decisamente diversa dalla nostra, ricca di spezie quasi mai usate nella cucina italiana, oppure con abbinamenti che non ti sogneresti mai di fare, ma quando li leggi, intuisci subito che effettivamente sono perfetti ed allora ti domandi cosa aspetti a testarli.


Così qualche giorno fa mi sono imbattuta in una ricetta di un contorno, l'insalata di barbabietole e mele ed ho pensato che dovevano stare benissimo assieme.


Sul libro questa originale insalata accompagnava dei muffin di mais, io invece ho pensato che si sposasse bene con il filetto di agnello, ma seppur ho quasi implorato il macellaio di avere questo pezzo pregiato, non ho potuto averlo e così ho ripiegato sulle costine.
Il risultato è davanti ai vostro occhi e spero presto anche sulle vostre tavole.
Un piazzo delizioso che vi appagherà. Noi lo abbiamo accompagnato con un ottimo vino rosso, come una ricetta di questo tipo richiedeva.

Agnello al forno e insalata di mele e barbabietole di Yotam Ottolenghi

Ricetta del carré di agnello e insalata di mele e barbabietole di Yotam Ottolenghi

Ingredienti:

Carré di agnello di circa 600 g
5 rametti di rosmarino, solo le foglie tritate grossolanamente
1 spicchio d'aglio tritato
3 cucchiai di olio extravergine d'oliva
sale marino grosso e pepe nero

Mettete il carré di agnello in un recipiente non metallico insieme al rosmarino, all'aglio, all'olio al sale e al pepe.
Insaporirlo bene e lasciarlo marinare per almeno 4 ore, meglio se tutta la notte.
Estrarlo un'ora prima della cottura per riportarlo a temperatura ambiente.

Infornare per 30 minuti nel forno che avremo precedentemente riscaldato a 170°C.

Estrarre il carré dal forno, tagliare le costine e passarle su una piastra ben calda da entrambi i lati, per fare avvenire la reazione di Maillard.

Insalata di mele e barbabietole (da "Nopi" di Y. Ottolenghi)
120 g di yogurt greco
2 cucchiai di aceto di sherry Valdespino (o un altro aceto di sherry di ottima qualità)
2 cucchiai di olio d'oliva
2 cucchiai di succo di limone
1/2 cucchiaino di semi di finocchio tostati e schiacciati
1/2 cucchiaino di semi di sedano
15 g di prezzemolo tritato grossolanamente
2 barbabietole medie crude tagliate a julienne (200 g)
1 mela Granny Smith sbucciata e tagliata a julienne (140 g), tenuta a mollo in acqua con un po' di limone per evitare che si scolori se preparata in anticipo

Mettere tutti gli ingredienti per l'insalata tranne la mela e la barbabietola in un contenitore di medie dimensioni, poi mescolare bene e metterli da parte fino al momento di servire.

Appena prima di servire aggiungere la barbabietole e la mela alla salsa per l''insalata, quindi mescolare con delicatezza.

Servire 2-3 costine d'agnello accompagnate dall'insalata.

Note mie:

ho sostituito i semi di finocchio e di sedano con i semi di papavero ed ho provato a condire l'insalata solo con l'olio senza yogurt. È comunque buona in entrambi i modi, a voi la scelta.

Agnello al forno e insalata di mele e barbabietole di Yotam Ottolenghi

Non so di preciso cosa ci sia piaciuto di più, se la carne o il suo contorno; so solo che è finito tutto in un battibaleno con Fabio che chiedeva quando avrei preparato nuovamente questo piatto.

Anna Luisa










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Filetto di vitello cotto a bassa temperatura con barbabietola

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Per trovare una ricetta o per meglio dire, per trovare un'idea per preparare una ricetta, spesso sfoglio qualche libro, oppure cerco immagini "ispirative" su internet, oppure faccio un giro al supermercato, o dal fruttivendolo, soprattutto nelle stagioni in cui la varietà di frutta e verdura mette buonumore anche solo a guardarla e sicuramente qualche idea viene.
Così è stato anche questa volta. Stavo facendo la mia spesa dal fruttivendolo e tra una miriade di mele, fragole, nespole ormai al giusto punto di maturazione, le ciliegie che stanno iniziando a fare capolino e verdure di tanti tipi a foglia e non, lo sguardo mi è caduto su un bellissimo colore violaceo.


Quasi non potevo crederci, erano barbabietole. Non ne avevo mai viste di fresche e soprattutto ammetto che ignoravo totalmente quanto potessero essere belli i loro gambi e soprattutto le loro foglie. Le ho acquistate di corsa chiedendo al fruttivendolo, ignaro se fosse tutto commestibile  e come potessero essere preparate, di non eliminarne alcuna parte e di darmele così com'erano.
Inizia la ricerca informativa su internet e scopro che sul web non esistono tantissime ricette con le barbabietole, o quantomeno con le foglie ed i gambi. Scopro quanto basta, cioè che non rischio l'avvelenamento mangiandone, quindi mi devo solo lanciare sulla sperimentazione.
La radice, cioè la barbabietola che conosciamo e che si trova abitualmente precotta nel banco frigo del supermercato, deve essere spazzolata e quindi lessata a lungo, poi viene eliminato con facilità l'involucro esterno. L'ho voluta quindi adoperare sia tagliata a cubetti, sia in salsa per condire la carne.
I gambi, che avevo in parte lessato semplicemente in un primo momento, si sono rivelati più fibrosi del previsto, quindi ho deciso di lessare gli altri dopo aver eliminato la parte più esterna.
Le foglie invece potevano essere sicuramente lessate, ma temevo di perderne il colore e le venature, così ho optato per un veloce passaggio in padella con un goccio d'olio ed un cucchiaino di aceto balsamico che ben si sposa anche con la barbabietola.
Un bel filetto cotto a bassa temperatura nel nostro Fresco è sempre buono e poggiato sulle foglie di barbabietola mi ricordava un po' quei bellissimi piatti nordici che Fabio ed io tanto ammiriamo ed apprezziamo durante i nostri viaggi.


Filetto di vitello cotto a bassa temperatura con barbabietola in tutte le sua forme

Ingredienti:
4 Barbabietole non troppo grandi con le loro foglie ed i loro gambi
1 Filetto di vitello di circa 600g
nocciole sgusciate
aceto balsamico
olio extravergine d'oliva
sale e pepe


Prelevare la carne dal frigorifero almeno un quarto d'ora prima di cuocerla, salarla, peparla, ungerla con un po' d'olio e massaggiarla. Legarla con lo spago e disporla nel sacchetto per la cottura al forno e cuocere a 56°C per circa 2 ore o finché non avrà raggiunto i 56°C al cuore (si può verificare con l'aiuto di un termometro a sonda).
Nel frattempo pulire le barbabietole con l'aiuto di una spazzola, tagliare la radice, tenendo da parte le foglie, e metterle in una pentola coperta di acqua fredda. Portare a bollore, salare e cuocere per circa 40 minuti, finché una forchetta entrerà con facilità nella barbabietola. Metterle a raffreddare sotto l'acqua corrente, quindi eliminare la pelle esterna che ora verrà via con estrema facilità.
Riprendere le foglie ed i gambi, lavarli, eliminare la parte esterna di questi ultimi e cuocerli in acqua bollente salata per circa 10 minuti. Scolarli e farli raffreddare.
Riscaldare 2 cucchiai di olio in una padella, unirvi le foglie e saltarle in padella per circa 5 minuti, finché saranno ammorbidite, ma non sfatte. Quando saranno quasi pronte, salarle ed aggiungere un cucchiaino di aceto balsamico.
Prendere la carne ormai cotta, ripassarla, girandola su tutti i lati, in una padella bollente, in modo da avere la reazione di Maillard.
Tagliare i gambi delle barbabietole a pezzetti.
Utilizzare una barbabietola per fare una dadolata, codirla con un filo d'olio e frullare le restanti barbabietole con un pizzico di sale ed olio.
Tostare le nocciole.
Disporre nel piatto le foglie di barbabietola, qualche cubetto di barbabietola e qualche pezzetto di gambo, le nocciole che avremo rotto con un batticarne e la carne.
Servire caldo, accompagnato dalla salsa di barbabietola.


Non so, questo piatto mi ha fatto venire un po' voglia di Nord...dite che stiamo già pensando a dove andare per le nostre vacanze?

Anna Luisa


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MTChallenge di Febbraio: il Pollo Fritto

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il Pollo Fritto  pollo fritto, chutney di cipolle e mele verdi e maionese

Solo questo gioco meraviglioso che è l'MTChallenge mi poteva portare a friggere e soprattutto a friggere il pollo.

Uno dei piatti classici della cucina americana, lo amo particolarmente sotto forma di nuggets, che quando trovo in un ristorante d'oltreoceano ordino senza pensarci due volte, ma da qui a friggere un pollo ce ne vuole, anche perché non ho un gran feeling con la frittura. Tranne pochi casi sporadici, non è uno dei metodi di cottura che prediligo, certo non per il risultato, la soddisfazione di mangiare un buon fritto è quasi ineguagliabile. Diciamo che ognuno ha i suoi punti deboli e per me uno di questi è friggere (l'altro è preparare il caffè, ma non ditelo troppo in giro, altrimenti ne va della mia reputazione di napoletana verace). Come ovvio il problema? Facile, interviene "San Fabio" che a friggere è bravissimo perché ha un occhio invidiabile et voilà, il gioco è fatto :-)

Dunque per questa sfida lanciata da Silvia,vincitrice della scorsa edizione,  abbiamo fatto un lavoro a quattro mani.
Prima di tutto bisognava decidere la versione creativa, a cominciare dalla marinatura ed il piccolo chimico che è in me, si è divertito un mondo.

Tempo fa avevo letto che era possibile marinare la carne nell'ananas e nella papaya ed il bellissimo articolo scritto da Eleonora, mi è capitato a fagiolo.
Ho deciso di sperimentare la marinatura nell'ananas e, dato che è una marinatura di tipo enzimatico, gli enzimi per essere attivati hanno bisogno di calore, non eccessivo perché la carne cuocerebbe e perderebbe la consistenza soda, ma i 60°C sono sufficienti a metterli nelle condizioni di operare senza fare danni. L'utilizzo dell'abbattitore mi è tornato molto utile, in quanto ho potuto mettere il mio pollo in un sacchetto di carta fata con la polpa d'ananas e dell'olio e non pensarci per un po'. Di tanto in tanto verificavo che la marinatura non andasse oltre, e l'ho fermata dopo 4 ore.
Ho utilizzato il pollo così marinato per l'impanatura con pane e uovo, aggiungendo della polvere di peperoncino e mescolando il pangrattato alla semola di grano.
Ho seguito invece la ricetta di Silvia per il pollo impanato con sola farina.
Per le salse di accompagnamento ho voluto dare una sferzata di sapore con il chutney di cipolle e mela verde di Roux, essendo un po' acida, ben si abbina al fritto in quanto tende a sgrassare.

Tanto buono che per poco Fabio lo finiva mangiandolo a cucchiaiate mentre friggeva il pollo.
L'altra salsa che ho scelto invece è la vecchia cara maionese, fatta in casa, ma con il metodo ultra rapido che mi ha insegnato Ornella, quindi addio olio aggiunto goccia a goccia e maionese impazzita. Qui tutto il segreto è di utilizzare l'olio (nel mio caso preferisco quello di riso) freddo di frigo e di aggiungere nel boccale gli ingredienti nell'ordine indicato e voilà, la nostra maionese sarà pronta in circa 30 secondi!
Ho aggiunto della senape di Digione per renderla più originale, ma è buona anche al naturale.
Per la frittura abbiamo preferito abbassare la temperatura a 170°C allungando i tempi, per essere sicuri che il pollo fosse cotto al cuore.

pollo fritto, chutney di cipolle e mele verdi e maionese

Pollo fritto con marinatura al latticello ed impanatura di farina


Marinatura con latticello

250 g latte parzialmente scremato
250 g yogurt magro
10 ml succo di limone filtrato

In una ciotola versate lo yogurt e il latte e stemperateli, infine aggiungete il limone.
Lasciate a temperatura ambiente per 15 minuti circa e poi versatelo sulla carne, coprite con la pellicola e mettete in frigo per almeno 4 ore, meglio se tutta la notte.



Pollo fritto
Ingredienti per 1000/1300 g di pollo con ossa e pelle-
1,5 l olio per friggere di semi di mais o quello che preferite
200 g farina
Sale
pepe

Preparate un piatto fondo per appoggiare il pollo impanato, un piatto piano coperto da carta assorbente per appoggiare il pollo appena fritto e una placca da forno coperta anch’essa da carta assorbente per riporre il pollo fritto in forno e tenerlo al caldo.

Rimuovete il pollo dalla marinatura, lasciatelo scolare sopra una gratella posta su un foglio di carta da forno per mezz’ora almeno.
Preparate una ciotola abbastanza capiente per contenere 3/4 pezzi di pollo alla volta e metteteci la farina con il sale e il pepe.
In alternativa mettete farina, sale e pepe dentro un sacchetto alimentare capiente.
Prendete 3 pezzi di pollo, metteteli nella farina ed infarinateli pressando leggermente le carni oppure inseriteli nel sacchetto, chiudetelo ed agitate finché tutti i pezzi non saranno ben infarinati.
Scuoteteli per eliminare la farina in eccesso ed appoggiateli sul piatto preparato in precedenza.

Procedete panando il resto del il pollo.

A questo punto prendete una casseruola dai bordi alti versate l’olio e scaldatelo a fuoco medio fino alla temperatura di 170 °C circa.
Se non avete il termometro mettete un pezzo di pane nell’olio, quando dorerà sarà il momento di immergere il pollo.
Immergete nell’olio 3 pezzi di pollo alla volta. Osservate l’olio: il pollo appena immerso friggerà formando molte bolle grandi e man mano che si cucinerà le bolle diminuiranno sempre più .

Quando il pollo avrà una colorazione dorata ed omogenea, ci vorranno circa 15 minuti di cottura a seconda della grandezza del pezzo, scolatelo dall’olio ed appoggiatelo sul piatto con la carta assorbente.

Una volta asciutto, se desiderate, potete tenerlo al caldo nel forno preriscaldato a 120°C circa, infornandolo sulla placca da forno.

pollo fritto, chutney di cipolle e mele verdi e maionese

pollo fritto, chutney di cipolle e mele verdi e maionese


Pollo fritto al peperoncino con panatura di uova, pangrattato, semola e peperoncino


Marinatura con ananas
1 ananas intero
1 cucchiaio di olio

Eliminare le parti esterne dell'ananas e frullarlo, aggiungere l'olio e versarlo sulla carne precedentemente posta in una busta di carta fata.
Mettere in abbattitore a 60°C per 4 ore, quindi scolarlo dalla marinatura, eliminare la polpa d'ananas e tamponare il pollo con carta da cucina per asciugarlo il più possibile. 


Pollo fritto versione creativa

Ingredienti per 1000/1300 g di pollo con ossa e pelle-
5 uova medie
200 g farina
100 g pane grattato
100 g di semola di grano
1 cucchiaino di polvere di peperoncino
sale
pepe
1,5 l olio per friggere di semi di mais o quello che preferite

Rimuovete il pollo dalla marinatura, lasciatelo scolare sopra una gratella posta su un foglio di carta da forno per mezz’ora almeno.
Preparate un piatto fondo per appoggiare il pollo impanato, un piatto piano coperto da carta assorbente per appoggiare il pollo appena fritto e una placca da forno coperta anch’essa da carta assorbente per riporre il pollo fritto in forno e tenerlo al caldo.

Mettete le uova in una ciotola che possa contenere almeno 3/4 pezzi di carne alla volta, mescolate con una forchetta, salate e pepate.

Ponete il pan grattato mescolato alla polvere di peperoncino e  la farina in altre due ciotole distinte altrettanto capienti.
P
rendete tre pezzi di pollo alla volta, passateli nella farina pressando leggermente le carni e scuoteteli per eliminare la farina in eccesso.
Poi immergeteli nell’uovo ed infine passateli nel pan grattato pressando nuovamente le carni.

Appoggiate il pollo sul piatto fondo e procedete con la panatura di tutto il pollo.

Se desiderate una crosticina più consistente potete fare una doppia panatura nel pan grattato cioè pan grattato/uovo/pan grattato.

A questo punto prendete una casseruola dai bordi alti versate l’olio e scaldatelo a fuoco medio fino alla temperatura di 170 °C circa.
Se non avete il termometro mettete un pezzo di pane nell’olio, quando dorerà sarà il momento di immergere il pollo.
Immergete nell’olio 3 pezzi di pollo alla volta. Osservate l’olio: il pollo appena immerso friggerà formando molte bolle grandi e man mano che si cucinerà le bolle diminuiranno sempre più .

Quando il pollo avrà una colorazione dorata ed omogenea, ci vorranno circa 15 minuti di cottura a seconda della grandezza del pezzo, scolatelo dall’olio ed appoggiatelo sul piatto con la carta assorbente.

Una volta asciutto, se desiderate, potete tenerlo al caldo nel forno preriscaldato a 120°C circa, infornandolo sulla placca da forno.

pollo fritto, chutney di cipolle e mele verdi e maionese


Maionese rapida alla senape


230 g di olio di riso freddo da frigo
1 uovo
1 pizzico di sale
2 cucchiai di aceto bianco
1 cucchiaio di senape di Digione

Preparare la maionese, mettete in ordine gli ingredienti nel bicchiere del miniprimer: l'olio freddo da frigo, 1 uovo, un pizzico di sale, 2 cucchiai di aceto bianco e la senape.
Inserite il minipimer all'interno del recipiente azionarlo alla velocità più bassa e non muovetelo per qualche secondo poi quando il tutto comincia a montare muoverlo su e giù per prendere bene tutti gli ingredienti per circa 30 secondi.
Appena pronta conservarla in frigo.

pollo fritto, chutney di cipolle e mele verdi e maionese


Chutney di cipolle e mele verdi

(da "Salse" di M. Roux")

Ingredienti:

50 ml di olio extravergine d'oliva
400 g di cipolle affettate finemente
120 g di zucchero di canna
150 ml d aceto di vino
1 mela circa 150 g (preferibilmente Granny Smith) sbucciata, privata del torsolo e tagliata a cubetti grandie
150 g di pomodori maturi pelati, privati dei semi e tagliati a metà
10 g di pepe bianco schiacciati
12 cucchiaino di sale fino
1 spicchio d'aglio ridotto in purea
1/2 cucchiaino di peperoncino in polvere
un pizzico di cannella in polvere

pollo fritto

Scaldare l'olio di arachidi in una casseruola a fondo spesso, unire le cipolle  e fare sudare a fuoco basso per 10 minuti.
Unire lo zucchero, alzare leggermente la fiamma e cuocere finché le cipolle sono dorate ed appena caramellate, mescolando ogni minuto circa con un cucchiaio di legno.
Versare l'aceto di vino per deglassare e cuocere per 3 minuti, poi unire gli ingredienti rimasti.
Cuocere su fuoco basso, mescolando spesso per circa 45 minuti o finché si addensa.

Il chutney è denso a sufficienza quando un cucchiaio di legno passato sul fondo della pentola lascia una traccia evidente per qualche secondo.

Versare il chutney in un barattolo tiepido sterilizzato e chiudere con un coperchio a chiusura ermetica.
Si conserva in frigorifero per un mese.

Ed ora il pollo fritto non ha più segreti per me...soprattutto se a friggere ci pensa Fabio :-)

Anna Luisa e Fabio

Con questa ricetta partecipiamo alla sfida n°63 dell'MTChallenge




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Calamari imbottiti di cous cous

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Calamari imbottiti di cous cous

Vi ho già proposto tempo fa la ricetta dei calamari imbottiti. La versione che vi presentai all'epoca era quella di casa mia, la classica versione napoletana con pane, uvetta e pinoli.

Essendo la Penisola molto vasta ed avendo una ricca tradizione gastronomica di mare, a seconda della Regione in cui ci troviamo, i calamari vengono riempiti in vario modo, per cui, se in Liguria troveremo anche gli spinaci nel ripieno, nel resto d'Italia il ripieno potrà essere composto anche da altre verdure come zucchine o melanzane. Anche il componente base che nella cucina napoletana è il pane, altrove viene sostituito dalle patate.

Pensando a quante varianti si possono realizzare di questa ricetta, che potrebbe essere tranquillamente considerata svuota-frigo all'occorrenza, mi sono imbattuta in una versione siciliana che non si discosta molto da quella napoletana. Ho voluto però cambiarla, dandole un'impronta più legata all'isola ed ho deciso di farcire i calamari con il cous cous.

Questo alimento di origine nordafricana, è molto utilizzato in Sicilia, tanto che ogni anno viene organizzato il Cous cous festival a San Vito lo Capo, quindi mi è sembrato adatto per farcire i calamari.
Tuttavia ho voluto dare comunque ai calamari una nota campana ed ho aggiunto un cucchiaio di colatura di alici di Cetara all'acqua del couscous.

Il risultato è un piatto nuovo, ma di cui si possono fare infinite versioni cambiandone semplicemente gli ingredienti.

Calamari imbottiti di cous cous

Calamaro imbottito di cous cous


Ingredienti:

4 calamari di media grandezza
150 g di cous cous
80 g di pinoli
50 g di uvetta
10 g di capperi dissalati
1-2 cucchiai do colatura di alici di Cetara
200 g di pomodori (del piennolo, possibilmente)
olio extravergine d'oliva (evo)
sale
semi di peperoncino

Calamari imbottiti di cous cous


Procedimento:

Pulire i calamari eliminando la sacca che contiene la penna di cartilagine e la pelle. In una padella mettere a riscaldare un paio di cucchiai di olio evo.
Tagliare a pezzetti i tentacoli del calamaro e metterli a rosolare nella padella per 5 minuti.

Nel frattempo, in una ciotola fare ammorbidire l'uvetta in acqua calda per 10 minuti.

Preparare il cous cous: mettere 3 dl di acqua in una pentola e portare ad ebollizione.
Quando l'acqua bollirà aggiungere la colatura di alici di Cetara ed il cous cous.
Coprire e lasciare riposare per 15 minuti

Trascorso il tempo sgranare il cous cous (con le mani o con la forchetta), trasferirlo in una ciotola ed aggiungere i pinoli, l'uvetta strizzata bene, i tentacoli dei calamari, i capperi ed un filo d'olio evo.
Salare leggermente e mescolare il tutto.

Con questo ripieno, farcire i calamari e chiuderli con l'aiuto di uno spiedino metallico.

Aggiungere un altro paio di cucchiai di olio evo nella padella in cui abbiamo fatto rosolare i tentacoli.

Riscaldare e fare rosolare i calamari girandoli in modo che prendano un colorito uniforme.

Dopo circa 5-10 minuti, quando i calamari saranno ben rosolati, aggiungere i pomodori tagliati a metà, salarli leggermente, aggiungere, se si vuole, dei semi di peperoncino e lasciare cuocere coperto per 15-20 minuti, finché i calamari saranno teneri ed i pomodori avranno prodotto un gustoso sughetto.

Servire caldi o freddi tagliati a fette.

Calamari imbottiti di cous cous

Come dicevo, di calamari imbottiti ne esistono infinite varianti, ma devo dire che questa la riproporrò sicuramente.

Anna Luisa

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Arrosto di Cinta Senese cotto a bassa temperatura glassato all'arancia su letto di carciofi

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Arrosto di Cinta Senese cotto a bassa temperatura glassato all'arancia su letto di carciofi

La cottura a bassa temperatura ormai ci ha conquistati. Ogni volta che dobbiamo pensare di cuocere un arrosto, un pezzo di carne o del pesce un po' più carnoso come il baccalà, iniziamo a meditare su come cuocerlo, come condirlo e quanto tempo occorrerà perché il cuore raggiunga la giusta temperatura.

Purtroppo i testi a riguardo sono ancora pochi e per lo più, essendo rivolti agli chef, danno indicazioni sul metodo "Sous vide", cioè una cottura lenta a bassa temperatura, ma sottovuoto.

In realtà il risultato finale con o senza il sottovuoto è simile, l'unico parametro che ne risente sensibilmente è il tempo di cottura che risulta essere più breve nel caso del "sous vide".

Nelle cucine professionali in particolare viene usato il sottovuoto a campana, un apparecchio che consente di mettere sottovuoto anche cibi in presenza di liquidi, senza estrarre anche questi ultimi insieme all'aria dalla busta per sottovuoto.

Arrosto di Cinta Senese cotto a bassa temperatura glassato all'arancia su letto di carciofi

La necessità di ricorrere a questi metodi è data dal fatto che gli chef utilizzano il Roner (dal nome della marca più diffusa), un apparecchio che consente una lenta cottura in un bagnomaria in cui la temperatura dell'acqua viene mantenuta costante.

Si intuisce quindi che seppure ci siamo muniti di testi e cerchiamo informazioni  a riguardo ogni volta che decidiamo di cuocere un alimento sottovuoto, la nostra è una vera e propria sperimentazione che ci auguriamo risulti utile anche ad altri che come noi si sono avvicinati a questo metodo di cottura a livello amatoriale.

Oggi era doveroso sperimentare la cottura a bassa temperatura in quanto ci è capitato di imbatterci in negozio decisamente ben fornito che aveva nel banco frigo un arrosto di cinta senese della macelleria Falorni di Greve in Chianti.

Mettetevi nei nostri panni, non si sarebbe accesa anche a voi la lampadina immaginando questa pregiata carne cotta a bassa temperatura e magari ben accompagnata in un bel piatto?

Arrosto di Cinta Senese cotto a bassa temperatura glassato all'arancia su letto di carciofi

Arrosto di Cinta Senese glassato all'arancia su letto di carciofi


Ingredienti:

1 arrosto di Cinta Senese di circa 600g
buccia grattugiata di mezza arancia
4 carciofi
1 limone
250 ml di succo d'arancia
4 cucchiaini di zucchero
olio extravergine d'oliva
sale e pepe

Massaggiare l'arrosto con un cucchiaio d'olio, un pizzico di sale e pepe e la buccia grattugiata dell'arancia.
Disporlo in un tegame da forno o nel sacchetto per la cottura in forno e cuocere a 80°C per 2 ore e 1/2, o fino a quando il termometro a sonda che avremo disposto nel pezzo di carne, non indicherà il raggiungimento dei 65°C al cuore.

A questo punto è possibile abbattere la temperatura e conservare la carne decidendo di rigenerarla e servirla in un secondo momento, oppure continuare la preparazione.

Mentre la carne cuoce pulire i carciofi: eliminare le fogli esterne e tagliare la punta dei carciofi.
Tagliarli a metà ed eliminare la peluria interna, tagliarli quindi a fettine sottilissime e metterli in acqua acidulata con del limone per evitare che anneriscano, man mano che si preparano.
Sciacquare i carciofi, sgocciolarli bene e condirli con 3 cucchiai di olio extravergine d'oliva emulsionato ad un pizzico di sale ed al succo di mezzo limone.
Metterli da parte.

Preparare la glassa all'arancia: mettere in un pentolino il succo d'arancia e lo zucchero e cuocere a fuoco lento fino a che non si formino sulla superficie del succo delle grosse bolle ed il succo di arancia si sia addensato divenendo simile al caramello.

Prelevare la carne e farla rosolare in una padella calda per 3 minuti, girandola da tutte le parti, in modo che avvenga la reazione di Maillard e si formi quella sottile crosticina bruna intorno all'arrosto.

Disporre al centro di ciascun piatto dei carciofi, formando un letto.
Tagliare la carne a fette spesse e disporne una fetta su ogni "letto" di carciofi.
Versare sulla carne qualche cucchiaiata di glassa all'arancia e servire.

Arrosto di Cinta Senese cotto a bassa temperatura glassato all'arancia su letto di carciofi

Questo esperimento è fatto...vedremo quale alimento ci fornirà la prossima ispirazione.

Anna Luisa