Roscigno vecchia è un borgo in cui il tempo sembra essersi fermato dopo l'abbandono da parte dei suoi abitanti.
Roscigno vecchia, borgo fantasma del Cilento
Esistono posti in cui la Natura ha deciso le sorti delle persone. È il caso di Roscigno vecchia, un piccolo borgo del Cilento tra i Monti Alburni, precisamente alle pendici del Monte Pruno, nato come borgo di pastori e di greggi in transumanza, che a causa del territorio carsico, dove quindi l'acqua del torrente Ripiti e del fiume Calore si insinua nel sottosuolo creando frane e smottamenti, il Genio civile, con due ordinanze del 1902 e del 1908 ha dichiarato inagibile. Per questo è stata anche soprannominata "la Pompei del Novecento" (come anche Apice vecchia con cui si contende il soprannome) o "Il paese che cammina".
Come sempre succede in questi casi, c'è chi è restio a lasciare la propria abitazione (magari costruita con tanti sacrifici), i propri luoghi del cuore e gli affetti. E quindi è stata di fatto abitata fino agli anni '60.
Infatti mentre molti emigrarono o si trasferirono più a monte, nell'attuale Rescigno o a Corleto Monforte, 3 persone, Luigi Passerella, Grazia e Teodora Lorenzi, decisero di rimanere a vivere qui anche se senza luce, acqua e servizi.
Fu così fino al 2000, quando Dorina (ovvero Teodora), ex suora, morì ad 85 anni quale unica abitante di Roscigno vecchia.
Ma poi a partire dal 2001 ha preso il suo testimone Giuseppe Spagnuolo, un vero personaggio con il quale vale la pena fermarsi a chiacchierare per ascoltare la sua storia e quella di Roscigno. Lui vive ancora qui, rientrato dopo aver girato un po' per lavoro nel Nord Italia (e non solo) nel mondo dell'edilizia, circondato da qualche cane e gatto che gli fanno compagnia e dai turisti che continuano a venire a vedere questo borgo che nel 1998 è stato dichiarato Patrimonio UNESCO in quanto si tratta di un borgo che è rimasto "intatto" come esempio di centro pastorale e agricolo del '7-800.
Nei suoi occhi profondi e nella barba lunga e bianca, dietro il fumo della pipa che fuma si intravede tutta la sua storia.
È stato recente protagonista anche di Dinner club con Carlo Cracco ma ci racconta che ha partecipato anche ad un film giapponese e che qui ha girato un documentario anche il National Geographic.
Non è un caso che nei locali di quelli che erano la Canonica ed il Municipio, a cura di Maria Laura Castellano, storica dell'arte che ha preso a cuore la causa di Roscigno vecchia, è stato allestito un vero e proprio Museo della civiltà contadina (magari anche con una vetrata forse troppo moderna per il posto). Qui sono mostrati in sei stanze foto, utensili (tra cui anche una mieti trebbiatrice) e vari processi di lavorazione dell'epoca. Roscigno vecchia è un vero Museo a cielo aperto.
Il Museo della civiltà contadina di Roscigno vecchia è aperto tutti i giorni dalle ore 9:00 alle ore 13:00. Il Sabato e la Domenica anche dalle ore 15:00 alle ore 17:00. Noi purtroppo l'abbiamo trovato chiuso nonostante fosse sabato, a fine Ottobre.
Per visite e informazioni potete telefonare allo 0828963377.
Essendo un posto davvero particolare, ha fatto anche da set a diversi film come "Cavalli si nasce", "Radio West" e "Noi credevamo". Stando all'interno del borgo veramente sembra di essere sul set di un film creato ad hoc, invece era un posto realmente abitato.
Anche l'ultimo tratto di strada per arrivare a Roscigno vecchia, attraversando questi bei territori del Cilento, è dissestato a causa degli smottamenti e ci prepara tra buche e avvallamenti a quello che andremo a trovare.
Lasciata la A2 ad Atena Lucana che dista circa 40 minuti di macchina da Roscigno vecchia e la strada statale 166, ci si immette sulla strada provinciale che porta a Roscigno vecchia, borgo che prende il nome dagli usignoli (russignolo in dialetto) che allietavano gli abitanti.
Roscigno vecchia compare quasi all'improvviso, facendosi annunciare dalla chiesa di Santa Maria, anch'essa in stato di abbandono. Da qui la strada si fa più stretta e ci sono delle case pericolanti tenute in piedi dalle puntellature. Queste quasi nascondono tutta la bellezza che si sta per aprire davanti ai nostri occhi.
Capirete di essere arrivati quando vedrete la chiesa di Santa Maria.
Dopo la sosta qui, consiglio di proseguire con la macchina e superare questo primo gruppetto di case, sbucando in piazza Giovanni Nicotera (figura controversa del Risorgimento italiano) per completare quel salto spazio/temporale che ci fa vivere questo borgo. Ci troviamo in una piazza molto grande, sterrata, dominata al centro da grossi platani che la ombreggiano ed è circondata da basse case a due piani.
Al centro, una grossa fontana/abbeveratoio in pietra. Le case erano divise in blocchi a seconda del mestiere. Di solito il piano basso era adibito a stalla, deposito, bagno mentre al primo piano c'erano la cucina e la camera da letto. In soffitta invece si conservavano o essiccavano le scorte alimentari.
Si capisce dai portoni più sontuosi in pietra che c'erano famiglie più ricche ed importanti di altre.
Fa specie vedere ancora le scritte sui negozi.
Domina la piazza la sagoma della chiesa di San Nicola di Bari del '700 col suo
bel campanile. Chiesa che già era stata ricostruita dopo un incendio
nel Natale del 1774.
Ci si immagina la gente del tempo passeggiare, commerciare, svolgere i propri lavori, godersi la frescura e chiacchierare.
Da notare anche il tronco tagliato di un albero secolare dedicato ad Angelo Vassallo, Sindaco pescatore di Pollica.
La maggior parte delle case, soprattutto allontanandosi dalla piazza principale, sono in avanzato stato di abbandono, coi solai di legno crollati. Purtroppo tra la forza della Natura sotterranea e gli eventi atmosferici non può essere altrimenti e la Natura stessa si riprende quegli spazi riempiendoli di vegetazione.
Nel periodo autunnale in cui l'abbiamo visitata noi è sicuramente molto suggestiva anche grazie ai colori delle foglie, anche dei dintorni del borgo dove si assiste al foliage locale.
Dopo la visita di Roscigno vecchia volevamo arrivare a vedere il Parco dei mulini (andando verso l'autostrada) ma la strada era chiusa. Ci siamo però allungati a vedere le Gole del fiume Sammaro dal ponte della vicina Sacco. Da Sacco parte il sentiero per vedere le sorgenti del fiume Sammaro.
Un borgo, Roscigno vecchia che, finché ci saranno persone che ci andranno, non sarà mai veramente morto. Un po' come Pompei dove il tempo si è solo fermato.
Lasciamo Roscigno per dirigerci in un'ora di macchina in Basilicata (siamo infatti al confine con la Campania) a Satriano di Lucania, borgo dei murales attraversando i paesaggi del Cilento col foliage autunnale.
Trovate tutti i posti menzionati ed altri interessanti da visitare nei dintorni nella mappa di Roscigno vecchia, Satriano di Lucania e dintorni che ho creato.
Fabio
Meravigliosi scatti, l'autunno e la quiete di questo affascinante borgo vissuti attraverso queste cartoline! Grazie!
RispondiEliminaGrazie mille a te! Questo borgo ci ha colpiti davvero un sacco! Un salto indietro nel tempo.
EliminaUn abbraccio
Fabio
Nice post thank you Sara
RispondiEliminaThank you!
EliminaFabio