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Taralli di Venafro all'olio e semi di finocchio

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Taralli di Venafro all'olio e semi di finocchio

I taralli di Venafro conosciuti anche con il nome v'scuott, sono dei taralli all'olio aromatizzati con semi di  finocchio, tipici del paese molisano ed oggi ve ne proponiamo la ricetta.

Taralli di Venafro all'olio e semi di finocchio

I taralli di Venafro, paese in provincia di Isernia, come molti piatti della tradizione nascono nel 1700 dall'esigenza di non sprecare l'impasto del pane avanzato, che veniva quindi tirato in cordoncini a loro volta attorcigliati e chiusi a ciambella,  per essere poi bolliti e quindi cotti al forno, dando vita a dei taralli croccanti.

Inizialmente i taralli di Venafro venivano fatti in occasione di feste e cerimonie come battesimi e matrimoni, tanto che è ancora usanza in zona  per sapere quando qualcuno si sposerà, chiedergli "Quand c' magnamm st' v'scuott?" (Quando ci mangiamo il tarallo?).

Con il passar del tempo il tarallo di Venafro  è diventato un ottimo companatico sia a tavola, sia per merenda o come spuntino a sé. Ottimo accompagnato da salumi, ma anche inzuppato nel vino.

Purtroppo diventano sempre meno i forni che preparano i taralli di Venafro, tanto da essere oggi tutelati da Slow Food, per preservare questo prodotto tipico.

Taralli di Venafro con olio e semi di finocchio

A parte la storia che ha dato origine ai taralli di Venafro, dovete sapere che io sono legatissima a questi taralli in quanto avevo degli zii che abitavano a Venafro appunto ed ogni volta che venivano ci portavano questi buonissimi taralli, tanto che a casa mia erano diventati i taralli di zia Carmelina.

I miei zii erano delle persone meravigliose, ma soprattutto mia zia era di una dolcezza e di una bontà come pochi. Conosceva bene la mia passione per la cucina, seppure ero alle prime armi e così pensò di regalarmi un quaderno di ricette scritte da lei e dal marito, zio Antonino, con le loro ricette di casa e tra queste anche la ricetta dei taralli di Venafro.

Non so perché, ma non mi era mai venuto in mente di preparare i taralli, finché non ho visto la foto di quelli preparati da Tina per il Calendario del Cibo Italiano, così tra i mille ricordi che mi sono tornati alla mente mentre impastavo, li ho preparati, utilizzando la ricetta di zia Carmelina, ma seguendo il procedimento di Tina.

Taralli di Venafro con olio e semi di finocchio

 

Ricetta dei Taralli di Venafro all'olio e semi di finocchio

Ingredienti

(per circa 30 taralli)
1 kg di farina 00
250 ml di olio extravergine d'oliva
25 g di sale
1 cubetto di lievito di birra
350 ml di acqua
semi di finocchio a piacere (3-4 cucchiai)

Procedimento

Sciogliere il lievito di birra nell’acqua tiepida. Versare metà della farina in una capace ciotola, aggiungere il lievito e mescolare fino ad ottenere un composto piuttosto grumoso .

Farlo lievitare coperto da un telo per qualche ora (in inverno, si può preparare anche 12 ore prima).

Trascorso il tempo necessario, versare la restante farina sulla spianatoia, fare la fontana e aggiungere il composto lievitato, l’olio, il sale e i semi di finocchio selvatico. Incorporare tutti gli ingredienti e lavorare il composto fin quando non sarà liscio ed elastico. Lasciare riposare una mezz'ora.

Ritagliare dei pezzi di impasto e sulla spianatoia formate dei bastoncini lunghi 50 cm rotolandoli uno per volta ripiegarli in due, attorcigliarli e formare il tarallo, unendo le due estremità. Quando tutti i taralli sono pronti porli su una teglia ricoperta di carta forno e farli lievitare coperti.

Quando dopo circa 90 minuti avranno raggiunto la giusta lievitazione, portare a bollore l’acqua in una pentola capiente. Immergervi delicatamente i taralli pochi pezzi alla volta e, appena verranno a galla, scolarli e metterli ad asciugare su un telo pulito per circa 2-3 ore.

Cuocere i taralli in forno preriscaldato a 190 °C per 40 minuti circa. A metà cottura girarli sottosopra e abbassare a 180 °C. Dovranno essere dorati, croccanti ed asciutti internamente,  eventualmente abbassare la temperatura e prolungare la cottura.

Sfornarli e farli raffreddare bene. Si possono conservare a lungo in scatole di latta.

Taralli di Venafro con olio e semi di finocchio

A parte il legame affettivo ed i ricordi che mi evocano questi taralli, vi assicuro che sono buonissimi ed una volta provati, vi accorgerete che uno tira l'altro.

Anna Luisa

 


1 commento

  1. Hai proprio ragione sono buonissimi, quelli di Tina li ho preparati subito anche se sprovvista di finocchio che ho sostituito con il carvi. La prossima volta che li farò con il finocchio seguirò la tua ricetta
    Bravissima e foto molto golosa ...... peccato non poterne prendere uno da quel cestino
    Grazie un abbraccio Manu

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