Il food blogger, considerazioni sparse

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Il mondo dei food blogger (ma anche dei travel blogger, per alcune cose non ci sono differenze sostanziali) non è proprio o solo quello che si può immaginare e che si può vedere con un approccio superficiale. Oggi voglio fare alcune considerazioni che nascono dall'esperienza di questi anni. Il food blogger nasce come una persona che sostanzialmente ama cucinare ed anche mangiare bene. Per questo motivo scambia ricette, va alla ricerca di prodotti particolari, segue corsi di cucina per apprendere tecniche nuove. Questo di base, perché poi tramite il suo strumento, il blog, ha bisogno di comunicare anche per immagini e per questo motivo (se non lo era già prima) si è appassionato alla fotografia e si è pure specializzato in quella di food. Saper fotografare non significa sapersi destreggiare in tutti i campi della fotografia (un matrimonialista potrebbe non saper fotografare paesaggi e viceversa, o per lo meno non come farebbe un fotografo specializzato nel suo settore). E per questo semmai il blogger ha partecipato a corsi di fotografia, base ed avanzati e pure di post produzione ed ha acquistato nel tempo (a spese sue, ovviamente) il suo corredo fotografico. Cose che hanno un costo ed a volte, che costi! Chiedetevi quanto costerebbe chiamare un fotografo per un'evento, per una cena o per più giorni. Solo il fotografo, intendo.
Lavorando sostanzialmente sulla base della passione e sviluppando un network di contatti piuttosto articolato e sostanzioso sui vari social network, partendo dalle pagine del blog arriva a migliaia di lettori, anche diversificati.
Di questo se ne sono rese conto dapprima le aziende del settore alimentare e poi chi fa ristorazione in senso stretto. Risultato: inizialmente (come categoria) ci sentivamo gratificati dall'essere contattati da importanti aziende del settore ed abbiamo accettato le più disparate collaborazioni, anche semmai in cambio semplicemente del piacere di farlo o di qualche prodotto. Ma come tutte le cose, col senno di poi, ciò ha portato a svilire il nostro lavoro. Alla fine per queste aziende siamo uno strumento a costo praticamente zero che a loro però permette un ritorno notevole. Se ci contattano, infatti, è proprio perché vedono in noi un mezzo che gli consente di arrivare facilmente alle persone di cui nel tempo siamo riusciti ad ottenere la fiducia. Questo ha portato anche a farsi piacere (non a noi in particolare, ma è capitata anche questa) prodotti che mai avremmo (sempre alcuni blogger) comprato o ad altre aberrazioni di questo tipo, ma va be' questo è un altro discorso. Diciamo pure che alcune collaborazioni ci hanno fatto davvero piacere, che negli anni abbiamo conosciuto persone fantastiche ed abbiamo anche avuto modo di provare ottimi prodotti che semmai non conoscevamo neanche, ma non sempre è stato così. Ciò che spinge queste aziende a contattarci sono proprio le nostre capacità. Sappiamo scrivere di cibo, sappiamo fotografare, sappiamo cucinare e sappiamo in genere comunicare, chi meglio, chi peggio nell'uno o nell'altro settore.
Spesso da fuori si pensa "che fortunato il food blogger, vien invitato di qua e di là", "fa viaggi enogastronomici (i blog tour)", e per carità, essendo cose che ci piacciono (e che abbiamo sempre fatto da soli), lo facciamo anche con piacere. Ma spesso non si considera una cosa. Premetto che in passato (ma anche "oggi"!) siamo sempre andati agli eventi dedicati al cibo a spese nostre (in Italia e all'estero), che al ristorante ci siamo sempre andati a nostre spese e che personalmente, abbiamo sempre viaggiato lì dove ci piaceva di più (guarda un po', sempre a nostre spese). Insomma, come fanno tutti.
Quando partecipiamo ad un evento, tutto facciamo, fuorché godercelo, perchè siamo impegnati a "lavorare" (sì, proprio lavorare!), facendo le foto, con la macchina fotografica e col cellulare, per condividere live sui social, prendendo appunti su quello che ci viene detto e che poi svilupperemo quando ne riparleremo sulle pagine del blog. Ovviamente, a parte scrivere il post, dovremo lavorare le tante foto scattate e poi ripetere l'attività di condivisione sui vari social per diffondere i nostri contenuti. Un lavorone. Quando partecipiamo ad un blog tour, non è una vacanza (no, neanche lì!), perché spesso e volentieri le giornate sono intensissime e si fa lo stesso lavoro descritto prima per il singolo evento (che può essere una cena, per dire), per tutto il giorno e per diversi giorni e quei pochi momenti liberi vengono dedicati alle condivisioni live o ad approfondimenti. Per carità, non mancano i momenti di relax e di piacere, ci mancherebbe, non sto dicendo questo. Ma anche il lavoro "normale" è così, no? C'è un particolare però, che mi son dimenticato di dire, ovvero che tutto ciò che ho descritto lo facciamo (la maggior parte delle volte) gratis. Ovvero si tratta di lavoro non retribuito, né vengono rimborsate semplicemente le spese (anzi, spesso e volentieri ci rimettiamo di tasca nostra anche soldi per mezzi di trasporto vari, benzina ed autostrada). E non mi venite a dire che il pagamento possono essere i pranzi e le cene (o anche i pernottamenti quando si sta fuori). Anche perché quello fa parte semmai proprio ciò di cui dovremo parlare e per cui siamo stati invitati. E soprattutto, anche chi ci invita, non credo che lo faccia per piacere (anche perché le bollette le pagherà come noi), ma sarà pagato ed il nostro non può non essere condiserato un vero e proprio lavoro, anche perché spesso si svolge durante la settimana e questo ci fa togliere tempo al nostro lavoro (quello vero, quello che ci permette di pagarci le bollette e di mangiare) e alle nostre famiglie.
Ora, capisco che ci possano essere delle ecezioni (è chiaro che non si possa sempre pretendere un pagamento), che vanno valutate caso per caso, ma questa non può essere certo la regola.
E sinceramente, l'impressione che si ha è che veniamo considerati degli scrocconi, (purtroppo ci sono anche quelli, ahimé) e spesso e volentieri non veniamo nemmeno apprezzati per quello che facciamo (probabilmente quando siamo sui cellulari a prendere appunti o a condividere quello che stiamo facendo pensano che stiamo a cazzeggiare). E di dimostrazioni di questo tipo ne abbiamo avute tante.
Sinceramente mi rammarica tanto dover sentire cose come "il food blogger è una persona che ama fare le foto ai piatti", no, su questo non ci siamo proprio. Non hai capito niente del mondo dei food blogger. Forse, se te ne vai a vedere uno fatto bene, che lavora bene, capirai che hai detto una sciocchezza. Perché è vero che ci muove la passione per il cibo, ma non siamo di certo stupidi e soprattutto mettiamo a disposizione quelle competenze che abbiamo sviluppato nel tempo che, guarda un po', ti hanno portato a chiamare proprio me/noi. Ed il "lavoro" che facciamo, non è solo quello al momento, ma è pure quello precedente, di documentazione, di iniziare a parlarne per incuriosire i nostri lettori e tutto quello che ci sta dopo, dalla scrittura del post alla lavorazione delle foto e alla condivisione sui vari canali social. Ore e giorni di lavoro mai o quasi mai retribuiti.
Ovviamente, per quello che ci riguarda, parleremo sempre onestamente ai nostri lettori, dicendo sempre quando siamo stati invitati e dando la nostra opinione su tutto nella massima libertà di espressione ed obiettività, senza condizionamenti, proprio secondo come l'abbiamo vissuta, come d'altra parte abbiamo sempre fatto e come facciamo nel raccontare le nostre esperienze personali, siano una ricetta o un viaggio. Che poi è ciò che viene apprezzato dal lettore e che ha fatto sorgere il rispetto e l'attenzione che ci siamo guadagnati giorno per giorno.
Mi dispiace aver detto la mia su questi punti, in pieno clima natalizio, ma probabilmente è anche ora di scoperchiare questa pentola, dire chiaramente come stanno le cose e come molti di noi la pensano, fermo restando che ciascuno è libero di fare le scelte che crede migliori per se stesso. Ma una riflessione approfondita, considerando che siamo a fine anno ed è anche tempo di bilanci (ed ahimé anche di bilance) andava fatta. A difesa della categoria prima di tutto. Conosciamo tanti blogger capaci, che investono anche come noi tempo e soldi per fare sempre meglio e che lavorano in maniera seria e professionale. Ed anche se ci sono delle collaborazioni che ci gratificano, è anche giusto rivolgersi a chi non capisce (o meglio fa finta di non capire) certe dinamiche, che come categoria non possiamo accettare certe cose e certi atteggiamenti. È questione di rispetto, verso le persone, prima di tutto e di conseguenza verso la categoria.
Scusate di nuovo lo sfogo.
E domani invece ci faremo gli auguri di buon Natale e di un 2016 che speriamo migliore per tutti (anche per i blogger), come è giusto che sia.

Fabio

18 commenti

  1. e come non essere d'accordo? è vero, a prima vista sembra tutto bello, e lo è, ma non è esattamente una vacanza! anche per questo noi centelliniamo la presenza ai blogtour, proprio per poterli seguire al meglio, prima dopo e durante!

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    1. Tutti noi cerchiamo di partecipare a queste attività nel migliore dei modi, anche nella consapevolezza del lavoro che facciamo prima, durante e dopo. Ed è giusto che questo lavoro sia riconosciuto e rispettato.

      Fabio

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  2. Che questo non sia considerato a tutti gli effetti un lavoro, come effettivamente è, è una visione ancora troppo miope e qualche volta, diciamolo, semplicemente comoda. Se veniamo coinvolti è perchè siamo ritenuti capaci di dare valore aggiunto e questo valore aggiunto, come in tutti gli altri mestieri del mondo, va retribuito. La beneficienza la faccio alla mensa del povero, non alle aziende ;)
    Se parlo di un prodotto ma lo faccio mantenendo sempre il mio stile di scrittura, abbinandogli una bella ricetta pensata proprio per l'occasione ed essendo al 100% trasparente nei confronti dei lettori non penso di mancare in nessun modo nei confronti di nessuno!

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    1. Perfettamente d'accordo con te, prima di tutto si tratta di una visione comoda e sono d'accordo su tutto il resto :-)

      Fabio

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  3. Ciao Fabio, forse conosci già il mio pensiero su questo tema. Ho scelto di non accettare collaborazioni di nessun tipo con nessuna azienda proprio per questo motivo: ho sempre pensato che ogni tipo di lavoro debba essere retribuito in denaro (qualunque altro tipo di pagamento non è contemplabile, anche se di pari valore). Sono una delle persone meno interessate al denaro che io conosca e mi piace lavorare per passione, ma non tollero gli sfruttamenti di nessun tipo e le suddette collaborazioni, a mio parere, lo sono. Non ho mai partecipato alla presentazioni di prodotti commerciali, a cene in ristoranti o all'utilizzo di prodotti gratuiti. Questa è la mia linea di pensiero, forse un po' talebana, ma credo sia l'unica via percorribile, per una valutazione corretta di questo difficilissimo mestiere che, come hai ben sottolineato tu,necessita di capacità in diversi campi, per i quali siamo solo da soli noi a specializzarci, con i nostri mezzi e le nostre personali risorse economiche. Ritengo quindi che l'unica via percorribile sia non accettare mai nessun tipo di collaborazione senza retribuzione adeguata.Ciao, grazie per lo spunto di discussione, a presto

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    1. Nel nostro blog non abbiamo mai accettato di avere banner pubblicitari proprio perché riteniamo che solo in questo modo si possa restare liberi di esprimere le proprie opinioni. C'è capitato di parlare di prodotti che conoscevamo o che ci hanno fatto provare, ma sempre nella massima libertà e semmai utilizzandolo in una ricetta. Cosa che facevamo lo stesso prima.
      Quello che manca spesso (ci sono delle persone professionali con le quali è stato un piacere collaborare in questi anni)è proprio il rispetto verso la categoria, non riconoscendo il giusto valore a quello che facciamo. Va anche bene fare collaborazioni, ognuno è libero di farlo o no, ma non è nemmeno giusto sfruttare i blogger e dall'altra parte farsi sfruttare, semmai essendone anche consapevoli. Lì per lì si può anche essere gratificati, ma col senno di poi queste collaborazioni non portano a niente, se non a svilire la categoria.
      Personalmente non abbiamo mai inteso il blog come una fonte di guadagno, per noi è una passione. Ma è giusto che se un blogger viene coinvolto in una di queste collaborazioni, gli sia anche riconosciuto economicamente il lavoro fatto.
      Grazie per il tuo contributo alla discussione e buona giornata.

      Fabio

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    2. Che poi il termine stesso di "collaborazione" sembra un'ipocrisia giuridica da parte delle aziende per non dover sottostare alle regole di pubblicità e lavoro... molto sgradevole.

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  4. Non posso che essere d'accordo carissimi!
    Baci e buonissime feste!

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  5. Impossibile non essere d'accordo...a volte è proprio dura!
    Buone vacanze anche a voi!:))

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  6. Ben detto Fabio. Buon Natale a te e Anna Luisa. Valentina

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  7. Grazie a tutti per il vostro contributo. Mi fa piacere che in tanti la pensiate così. Io credo che la figura del food blogger meriti maggiore attenzione e soprattutto più rispetto. Speriamo di ottenere entrambe le cose, ma l'unica via è quella di restare uniti e fare fronte comune su queste cose.

    Fabio

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  8. Eccomi qui a leggere queste considerazioni, che condivido in pieno! Spesso ci si dimentica che dietro ogni blog c'è un lavoro, che sia più o meno impegnativo, ma che richiede pur sempre del tempo, anche solo per decidere che cosa scrivere. Senza contare l'impegno per fotografare e cucinare e mantenere gli standard che ci si è imposti di mantenere, per essere un blog accettabile e non uno dei tanti contenitori di ricette. Ecco perché seleziono per bene le collaborazioni (e a dire il vero, neanche me ne arrivano tante), per poter mantenere la libertà di dire quello che penso del prodotto ed essere sicura di poterlo consigliare/sconsigliare al 100%. Come del resto fate voi :)
    Bella riflessione, Fabio :) Complimenti :)

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  9. Riflessione giusta e condivisibile. Credo fortemente che negli anni molti blogger hanno acquisito competenze e consapevolezza, resta una parte di essi ancora allo sbaraglio, alla ricerca di visibilità a volte fittizia che però ahimè tanto amano le aziende

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    1. Purtroppo mi trovi d'accordissimo anche sulla seconda parte del tuo commento. Tanta fuffa da parte di blogger (soprattutto nuovi) che forse sono diventati blogger solo perché hanno visto le opportunità che ci sono e hanno saputo crearsi una buona rete di contatti e le aziende ci sono cascate a pie' pari senza badare alla qualità.

      Fabio

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