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Apice vecchia, la Pompei del Novecento e il mercatino di Natale

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 In Campania ci sono diversi borghi abbandonati. Andiamo alla scoperta di Apice vecchia edel suo mercatino di Natale.


Apice vecchia, la Pompei del Novecento e il mercatino di Natale

Apice è un borgo campano che si trova in provincia di Benevento.
Per l'esattezza si trova a 13 km dal capoluogo di Provincia e a soli 6 km dall'uscita Benevento (Castel del lago) dell'autostrada A16 (conosciuta come Napoli-Canosa o Autostrada dei due mari). Seguite i cartelli con indicato Apice.

Siamo alle falde dell'Appennino campano dove sorgono due centri abitati distinti, Apice vecchia ed Apice nuova

Apice vecchia-Castello dell'Ettore

Apice vecchia-Cappella della Madonna delle Grazie

Apice vecchia

Apice vecchia

Apice vecchia

Apice vecchia

Apice vecchia

Apice vecchia

Apice vecchia

Apice vecchia

Apice vecchia


Il Borgo abbandonato è Apice vecchia, colpita duramente dal terremoto dell'Irpinia del 23 Novembre 1980 (VII grado della scala Mercalli) ma già prima da quello dell'Agosto del 1962 (due scosse ravvicinate del VII grado della scala Mercalli) e prima ancora da uno del 1930.

Ciò ha fatto sì che le fosse dato il soprannome di "Pompei del '900", con la differenza di avere un'istantanea di un borgo campano di fine '900 o di "borgo fantasma" perché, per quanto la vita in parte sia andata avanti anche nel borgo vecchio, si è trasferita di fatto nel borgo di Apice nuova che si trova sulla collina di fronte che presenta un minore rischio sismico.

Qui è stata la Natura a decidere la sorte di persone e famiglie intere costrette ad abbandonare case che non erano più sicure e che probabilmente costava troppo rimettere in sesto. Anche se in paese ci sono anche splendidi esempi di recupero.

Però questo è anche il fascino di Apice vecchia, un posto assolutamente da non perdere per tutti gli amanti dell'urbex, cioè gli esploratori dei posti abbandonati.
Fino a pochi anni fa era possibile ancora vedere le case aperte con le cose lasciate nello stato in cui erano in quella tragica sera. In pratica un'istantanea di quei secondi interminabili ed indimenticabili per noi campani che l'abbiamo vissuto. Ora invece le case sono tutte chiuse, ma si può comunque sbirciare tra le fessure di qualche porta e scorgere ancora qualche mobile e qualcosa di abbandonato all'interno delle case.
Ma ogni angolo racconta storie di persone che qui vivevano. Storie interrotte e rimaste qui fossilizzate. Un punto e a capo arrivato così, all'improvviso, che ha costretto tante persone a progettare una vita nuova in un posto diverso.

Il borgo di Apice vecchia sorge in una posizione fortunata visto che è circondato da ben 3 fiumi (il Miscano, l'Ufita e il Calore) ed è attraversato da due importanti e storiche strade (l'Appia e la Numincia) che gli hanno consentito un importante sviluppo sociale ed econonomico fin dai tempi degli antichi romani.

Proprio per la sua posizione privilegiata era diventato un importante centro di scambi e di commerci. Durante l'anno si svolgevano ben 24 fiere e al momento del suo abbandono erano presenti 125 esercizi commerciali. Almeno 6 o 7 era macellerie (o beccherie, come si dice in Campania), numero che può sembrare alto in rapporto alla popolazione, ma in realtà qui si veniva anche da fuori ad acquistare la pregiata carne della zona, in particolare il vitello del Cubante. 

Il 24 Giugno (e la notte precedente) si svolgevano le processioni e i riti in onore del Santo Patrono, San Giovanni.

Apice vecchia

Apice vecchia-Chiesa di Santa Maria Assunta

Apice vecchia

Apice vecchia

Apice vecchia

Apice vecchia-Chiesa di Santa Maria Assunta

Apice vecchia

Apice vecchia-Chiesa di Santa Maria Assunta

Apice vecchia

 

Visita guidata


Come dicevo, il borgo non è interamente abbandonato. Anzi, proprio la curiosità dei turisti verso i borghi fantasma o abbandonati della Campania e non solo, ha fatto sì che nascessero strutture ricettive, b&b, pub e ristoranti.

Si può girare liberamente per le strade e le piazzette del borgo, tra case puntellate e semi crollate. Nella parte (limitata), che tutti possono visitare, troverete sulle pareti delle case delle vecchie foto in bianco e nero del passato, ma anche i resti di alcune installazioni più moderne.
Ci sono alcune parti del borgo che sono completamente inaccessibili al pubblico e sono chiuse da cancellate, mentre un'altra parte, che comprende anche la chiesa, è visitabile solo con una visita guidata. In queste zone lasciate proprio così com'erano, potrete avere l'idea esatta di come il tempo si sia fermato da queste parti, senza la presenza di interventi recenti.

La visita guidata si può richiedere presso l'info point di Apice che si trova all'interno della vecchia palazzina del Comune, nel piazzale antistante il Castello dell'Ettore (in pratica dove c'è la fermata della navetta da Apice nuova quando ci sono i mercatini di Natale).
La visita guidata è libera e gratuita ma ovviamente è apprezzata un'offerta alla fine della stessa.
Di solito le visite guidate si svolgono dalle 10:30-11 fino alle 13 e poi dalle 15 alle 19. La visita quindi può essere fatta sia di giorno che col buio. Anzi, di sera per esempio la chiesa di Santa Maria che si può vedere solo con la visita guidata, perché all'interno della zona altrimenti interdetta ai turisti, è pure illuminata e se ne vede meglio l'interno. La chiesa, che si trova in piazza Santa Maria, è a 3 navate e presenta anche un'interessante cripta. Si può ammirare dall'esterno attraverso le inferriate che la proteggono visto che nel tempo è stata anche oggetto di furti.

All'esterno, sulla sinistra del portone d'ingresso da notare la statua dell'Abbate Angelo Germanus che sembra essere il coperchio di un sarcofago. Anche questo alcuni malintenzionati hanno cercato di portarlo via, ma essendo molto fragile, non ci sono riusciti. L'abbate ha in testa una mitra, simbolo della dignità vescovile.

Prima di uscire da questa zona dove si potrebbe accedere solo con elmetti e misure di sicurezza e con la guida, si passa per Piazza Badia da dove si vede bene il campanile della chiesa, anch'esso crollato col terremoto e rimaneggiato. Inoltre è possibile vedere, sempre dall'esterno, l'interno di alcune case. Suggestiva quella in cui c'è appeso un abito da sposa.
A terra si nota lo stemma di Apice, coi tre colli, il fiume, la pianura e il grano che lo caratterizzano. Lo stemma fu un dono di re Ferdinando d'Aragona in cambio del grano che Apice fornì a Napoli.
La consiglio davvero la visita guidata perché è molto interessante, fa capire molte più cose e si possono fare domande e chiedere curiosità alla guida.

Il borgo si sviluppa attorno e nelle vicinanze del castello dell'Ettore o Castello medioevale, dichiarato monumento nazionale (quello in cui viene svolto anche il mercatino di Natale tra fine Novembre e Dicembre, ma anche il Presepe vivente, convegni, concerti e serate a tema) e riaperto dopo il restauro e dopo 20 anni di chiusura, proprio nel 2016, anno in cui qui si è tenuto per la prima volta il mercatino di Natale di Apice.

Il castello appartiene alla Contea di Ariano ed è stato costruito nella parte più alta della collina a scopo difensivo. Presenta una pianta decagonale e le sue spesse mura erano arricchite da quattro torrioni di cui oggi è rimasto visibile solo uno. Si tratta di un castello normanno dell'XI/XII secolo, sorto probabilmente su un precedente insediamento longobardo.

Si possono ammirare anche la cappella votiva e gli affreschi sulle sue pareti. Presenta anche dei cunicoli sotterranei per consentire la fuga in caso di necessità. Nella parte bassa, a livello strada, erano presenti le stalle.
Anche la città era fortificata e l'accesso avveniva attraverso tre porte.
Ospita anche un museo dedicato all'arte contemporanea e contadina.
Il castello ha visto soggiornare tra le sue mura anche personaggi illustri come Federico II di Svevia e Manfredi di Svevia che qui sarebbe stato l'ultima notte della sua vita prima di incontrare la morte, oltre a Sant'Antonio da Padova.

Nelle località di Tignano e Fiego è possibile vedere i ruderi di altri castelli che evidentemente facevano parte di un unico sistema di difesa e di controllo del territorio. In tutto erano 7 castelli che probabilmente comunicavano tra di loro con segnali di fumo.

Subito dopo il castello, sulla sinistra, prima di varcare i cancelli che portano nelle strade del centro abitato c'è una piccola cappella dedicata alla Madonna delle Grazie che è possibile vedere raffigurata alle spalle dell'altare.
A destra e a sinistra invece si possono ammirare due affreschi dedicati a Sant'Antonio da Padova e a San Francesco d'Assisi i cui passaggi in queste zone hanno lasciato il segno con la fonte miracolosa di cui vi dirò dopo e col Convento di Sant'Antonio.

L'ingresso nel borgo lo abbiamo fatto da Via Vittorio Emanuele che subito dà quella sensazione di abbandono di questi posti, fiancheggiata da case abbandonate e portoni chiusi. Ad abbellirla, qualche installazione fatta negli anni scorsi (dei drappi bianchi da un palazzo all'altro).

Nelle sue vicinanze, precisamente in via Cavour, si trova Palazzo Barone, importante per i suoi affreschi che in parte però il terremoto ha danneggiato e poi Palazzo Perriello, dedicato a questa famiglia che ebbe tra i suoi membri un comandante dell'armata aragonese, su via Roma dove pure si trovano palazzi signorili.
Da vedere anche quello del Dott. Cantelmo, originario di Apice e che rivoluzionò la chirurgia, che si affaccia sulla piazza del mercato, con stucchi e affreschi di pregio. Qui è possibile vedere anche un paio di macellerie (beccherie come diciamo dalle nostre parti), una delle attività più in voga all'epoca e che si riconoscono dalle immagini, dalle insegne e dai ganci all'esterno delle attività commerciali ormai chiuse ma che sembra che potrebbero aprire l'indomani.

Una delle persone che invece ha continuato ad abitare ad Apice e a cercare di fare in modo che il borgo di Apice vecchia divenisse una sorta di borgo-museo a cielo aperto è stato lo storico Sindaco Luigi Bocchino, anche se il suo tentativo non ha trovato seguito a causa della mancanza di fondi per la realizzazione del progetto. Rimase nel borgo fino alla sua morte nel 2007.
Anche un barbiere, Tommaso Conza, è simbolo della resistenza di chi ha deciso comunque di non abbandonare il borgo (fino al 2007) e di restare a vivere qui. Oggi continua a lavorare nel suo salone ad Apice nuova.

Da vedere, all'ingresso del borgo (su appuntamento) il Museo ornitologico con circa 500 specie di esemplari impagliati ed il Museo Arteneo dedicato alle Arti e alle Scienze. 

Sicuramente, visitare Apice vecchia senza i mercatini di Natale o altre manifestazioni, consente di visitare il borgo in totale tranquillità. Ciò permette di godere sicuramente di più della sensazione di essere in un borgo fantasma che con tanti visitatori in giro si perde un po' per quanto comunque resti una visita super affascinante, circodanti da case e negozi chiusi, parzialmente crollate e comunque visibilmente abbandonate.

Apice vecchia

Apice vecchia

Apice vecchia

Apice vecchia

Apice vecchia

Apice vecchia

Apice vecchia

Apice vecchia

Apice vecchia

Apice vecchia-Castello dell'Ettore

Apice nuova


Nel borgo di Apice nuova, nata già dopo il primo forte terremoto del 21 Agosto 1962 che causò 17 morti e portò alcuni dei 6500 abitanti dell'epoca ad abbandonare Apice vecchia e soprattutto dopo il forte terremoto del 1980 che convinse ad andare via anche chi era rimasto nonostante l'ordinanza che invitava ad abbandonare il borgo per il rischio di crolli, invece è possibile ammirare il Viale della storia i cui alberi sono rivestiti di lavori ad uncinetto tipici della green art dello Yarnbombing. Ovviamente ad Apice nuova c'era anche la prospettiva di trasferirsi in una casa più grande e più moderna, costruita con criteri antisismici e su un suolo più solido.
La chiesa è dedicata a Santa Maria Asssunta e a San Bartolomeo ed è del 1983. Da vedere anche la Chiesa di San Nicola.
La biblioteca comunale ospita seimila testi di diverso genere.

A seguito del terremoto del 1980, parte della popolazione si trasferì nelle case della vicina Contrada San Donato, case che anch'esse oggi risultano abbandonate.

Nelle vicinanze di Apice si trovano anche interessanti testimonianze del passato come il Ponte rotto (Appiano) sul fiume Calore, a circa 3 km da Apice. Si tratta dei 3 piloni del ponte che sono rimasti a noi dall'età di Traiano. Si possono ancora vedere le cornici decorate in laterizio e le mensole in calcare.
Originariamente era formato da 6 arcate ed era lungo 190 metri. L'attraversamento del fiume Calore consentiva alle persone poi di proseguire lungo la via Appia per raggiungere il porto di Brindisi da Roma.

L'origine del nome di Apice non è sicura e ci sono diverse teorie. Secondo la prima sarebbe collegato alla parola latina Apex e quindi alla sua posizione elevata; secondo un'altra invece sarebbe da collegare al console romano Marco Apicio, console e funzionario del Senato romano e secondo una terza invece sarebbe da collegare ad un popolo antico, gli Opici o Japigi, popolazione indoeuropea che qui visse tra il II ed il I millennio a.C.

Sulla collina di Santa Lucia invece si può visitare il convento di Sant'Antonio da Padova, del 1530, che ospita i Frati Cappuccini.

Inoltre è possibile vedere nelle vicinanze del Convento la fonte miracolosa di San Francesco d'Assisi. Si narra che il Santo si trovasse ad Apice durante un periodo di grande siccità, toccò una roccia e da lì sgorgò l'acqua. Sembra ci sia anche una sua impronta su una roccia e che abbia anche incontrato Federico II di Svevia.

Essendo in una zona prettamente agricola, qui è possibile trovare diversi ortaggi, olio buono come anche carne e salumi.

Apice vecchia-Castello dell'Ettore-Mercatino di Natale

Apice vecchia-Castello dell'Ettore-Mercatino di Natale

Apice vecchia-Castello dell'Ettore-Mercatino di Natale

Apice vecchia-Castello dell'Ettore-Mercatino di Natale

Apice vecchia-Castello dell'Ettore-Mercatino di Natale

Apice vecchia-Castello dell'Ettore-Mercatino di Natale

Mercatino di Natale di Apice


Il Mercatino di Natale di Apice è organizzato all'interno del castello dell'Ettore e quindi nel borgo fantasma di Apice vecchia. Per evitare affollamenti di macchine, si può raggiungere solo con una navetta che parte da Apice nuova.
I biglietti della navetta si possono acquistare in Via Ugo Foscolo dove c'è la Parrocchia di Santa Maria Assunta e San Bartolomeo e dove si può lasciare la macchina. Dall'uscita dell'autostrada di Benevento ci sono i cartelli con le indicazioni per il parcheggio per le auto, indicazioni che terminano in prossimità della via/piazza.
Qui troverete un casupolo dove poter acquistare i biglietti della navetta (noi abbiamo pagato 2€ a persona andata e ritorno). Ci avevano detto che le navette "vanno e vengono", in realtà poi ci siamo resi conto che finché non si riempie il bus grande, non parte e difatti al ritorno abbiamo aspettato la navetta mezz'ora. Magari con un'affluenza maggiore di persone le navette sono più frequenti.
Il mercatino si svolge l'ultimo fine settimana di Novembre e nei fine settimana di Dicembre e all'Immacolata. Ma informatevi presso il Castello dell'Ettore per sapere le date corrette che cambiano ogni anno.

Un'alternativa, mettendo in conto una passeggiata che sconsiglio magari a chi ha bambini e passeggini, è quella di parcheggiare davanti al cimitero che non è lontanissimo dal castello, ma neanche vicinissimo.
Il parcheggio Riella invece è riservato agli espositori, ai bus e agli addetti ai lavori.

Arrivati dopo 5 minuti circa ad Apice vecchia con la navetta da Apice nuova, si trova invece la biglietteria per accedere al mercatino di Natale all'interno del Castello dell'Ettore.
Per il prezzo del biglietto, noi abbiamo pagato 5€ a persona nel 2021 e 8€ nel 2022.
La visita al borgo di Apice Vecchia invece è libera e gratuita.

Per entrare all'interno del castello, dovrete un po' girarci intorno e finalmente troverete l'accesso.
Qui troverete il servizio d'ordine e alcuni figuranti che vi accoglieranno.
Il percorso all'interno del castello è obbligato e a senso unico, se vogliamo, ma si può sempre tornare indietro o ripetere l'itinerario e si snoda tra le diverse sale del castello dove sono allestite le varie bancarelle. Mettete in conto che si sviluppa anche su più piani e che ci sono delle scale da fare, sia in salita che in discesa.

Ad un verto punto si accede ad una terrazza esterna dove sono presenti anche delle bancarelle con prodotti alimentari tipici di vario genere e alcune offrono anche cose da mangiare se non ci si vuole fermare al ristorante o non si vuole portare qualcosa da casa. Alcune bancarelle di cibo sono anche all'esterno del castello. La maggior parte delle bancarelle all'interno del castello invece vende prodotti di artigianato, soprattutto a tema natalizio.

C'è anche una sala che è allestita come stanza/casa di Babbo Natale dove lui in persona, accompagnato da alcuni elfi, accoglierà i bambini e chiacchiererà un po' con loro prima della foto di rito. Al momento della nostra visita, forse per il covid, era concesso solo ai bambini ma visto che non c'era nessuno in fila, ne abbiamo approfittato anche noi.

Dal castello si ha anche una bella vista dall'alto sulle case di Apice vecchia e si possono notare anche da qui i danni del terremoto con i tetti delle case in parte crollati.

Apice vecchia-Castello dell'Ettore-Mercatino di Natale

Apice vecchia-Castello dell'Ettore-Mercatino di Natale

Apice vecchia-Castello dell'Ettore-Mercatino di Natale

Apice vecchia-Castello dell'Ettore-Mercatino di Natale

Apice vecchia-Castello dell'Ettore-Mercatino di Natale

Apice vecchia-Castello dell'Ettore-Mercatino di Natale

Babbo Natale- Castello dell'Ettore-Mercatino di Natale-Apice vecchia

Orario
Il mercatino di Natale di Apice è aperto dalla mattina verso le 9:30-10 circa fino anche alle 22-23 a seconda dell'affluenza. Noi di mattina di domenica non abbiamo trovato molta gente. Verso ora di pranzo, quando siamo andati via, sicuramente ce n'era di più, al castello ma anche in giro per il borgo. 

Se volete mangiare in uno dei ristoranti, consiglio di prenotare in anticipo.

Per info:
www.prolocoapice.com (info@prolocoapice.com)
www.comune.apice.bn.it 
http://www.castellodellettore.com/ 

Infine vi invito a consultare la nostra pagina dedicata ai mercatini di Natale in Italia ed in Europa.

Vi consiglio di leggere anche il post su un altro borgo fantasma della Campania: Roscigno vecchia, borgo fantasma del Cilento e quello sulla visita agli scavi di Pompei.

Fabio

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