Una nuova stella nel firmamento Michelin brilla a Gragnano, lo Chef Luigi Tramontano con il suo ristorante "O me o il mare".
Ristorante "O me o il mare" - Gragnano - chef Luigi Tramontano
Il ristorante "O me o il mare" aperto a Gragnano ad Aprile 2024, ha ottenuto in pochi mesi la tanto ambita stella Michelin, non la prima ottenuta dallo chef e patron Luigi Tramontano, già insignito della stella in altre sedi dove ha lavorato.
Il ristorante ci ha incuriositi da subito per il suo nome e, spinti dal voler provare la cucina dello chef Tramontano e dalla vicinanza a casa, abbiamo deciso di festeggiare lì il mio compleanno a dicembre.
Il locale si trova su una delle strade principali di Gragnano, facile da raggiungere e dotato di un comodo parcheggio proprio di fronte al ristorante.
Gragnano è la città della pasta e proprio in un ex pastificio del 1695 si trova il ristorante che ha sapientemente sfruttato i locali superiori per la sala e l'ex granaio come cantina.
La sala ampia ed accogliente, è caratterizzata da una serie di archi, richiamati anche nel logo del ristornate e sul menu.
Veniamo accolti da Nicoletta, sommelier e compagna di vita dello chef.
Sia lei che i camerieri sempre presenti, ma non in modo invadente, ci mettono subito a nostro agio, raccontandoci del locale e spiegandoci il perché della scelta del nome del ristorante, un racconto affascinante.
Il padre dello chef Tramontano era anche lui chef, sulle navi da crociera. Per questa ragione girava il mondo e poteva stare poco con la sua fidanzata, la quale ad un certo punto lo mise dinnanzi alla scelta " o me o il mare". Come ogni storia romantica che si rispetti e come è facile immaginare, lo chef Antonio scelse di restare a terra per amore di quella che sarebbe poi diventata sua moglie, pur continuando in modo brillante la sua carriera in cucina.
Lo chef Luigi Tramontano ha quindi deciso di dedicare il suo ristorante proprio a questa felice scelta di vita fatta dal padre, unendosi nel progetto oltre a Nicoletta, anche i fratelli Angelo, pasticcere e Vincenzo, avvocato.
Lo chef vanta una carriera lunga e ricca di successi in cucina.
Ha lavorato presso il "Grand Hotel Quisisana" a Capri, poi da "Don Alfonso 1890" a Sant'Agata sui due golfi, per poi diventare chef del ristorante "il Flauto di Pan" a Villa Cimbrione a Ravello, dove ottiene la prima stella Michelin, prima di una lunga serie, infatti ne otterrà un'altra al ristorante "Terrazza Bosquet" dell'Hotel Excelsior di Sorrento e successivamente anche all'Hotel le Agavi di Positano.
Proprio mentre lavora presso "Don Alfonso 1890" conosce Nicoletta Gargiulo, sommelier di sala, insignita come miglior sommelier di sala nel 2007 ed attualmente consigliere nazionale dell'associazione sommelier.
Da allora la coppia diventa inseparabile, iniziando un percorso ricco di meritate soddisfazioni e successi, ottenuti grazie alla loro sinergia.
Il ristorante propone 3 menu, da 6 portate a 105 euro, da 7 portate a 125 euro ed infine da 9 portate a discrezione dello chef, a 150 euro.
Se si sceglie uno dei primi due menu, è possibile con un supplemento di 20 euro, sostituire il dolce indicato nel menu con il dessert "o me o il mare".
È sera e non ce la sentiamo di affrontare un menu di 7 o 9 portate, anche se quello di 7 ci stuzzica molto. La nostra indecisione viene fugata dal cameriere che ci propone di eliminare semplicemente una portata dal menu da 7. Non molti ristoranti lo farebbero, quindi apprezziamo ed accettiamo volentieri la proposta, optando anche per il cambio del dolce, curiosi di provare quello che porta il nome del locale.
Il locale è molto bello, con tanti pezzi di design che lo caratterizzano e ne valorizzano le forme. Elegante, ma allo stesso tempo non pesante. Un po' come il servizio, sempre attento, professionale, cortese, mai invadente e sempre pronto a dare spiegazioni e a soddisfare le richieste del cliente. Frutto di studio, impegno e passione.
I tavoli sono apparecchiati in maniera essenziale, senza fronzoli e tovagliato, ma con la stessa elegante.
Molto carina la scelta di usare come poggia borsa per le signore i contenitori di legno per vino.
Per il benvenuto ci viene servito un calice di Cabrì della cantina I Favati, spumante metodo classico ottenuto da Fiano di Avellino, ad accompagnare un bao cotto a vapore con maionese di bottarga e musciame di tonno; un croccante di riso con impepata di cozze e il bonbon al provolone del monaco.
Perfetto per stuzzicare l'appetito e molto gradito poco dopo l'arrivo nel locale.
Ci viene portato il pane, tarallini sugna e pepe ed una pagnottina di grano duro da assaggiare con l'olio del Cilento.
Per i vini ci affidiamo a Nicoletta. Ad accompagnare la cena il Fiano di Avellino Pietramara, un vino bianco evoluto, con una spiccata nota affumicata ed un finale sapido.
Come primo antipasto ci viene servito il Toast di spigola d'amo 2.0, una cialdina con una spigola marinata al mandarino condito di fettucce di seppia con polvere di barbabietola e limone salato.
Piacevole alla vista e molto simpatico al palato. Un buon inizio.
Proseguiamo con l'Espresso di crostacei, royale di bisque di crostacei con gamberi marinati al limone, scampi saltati al burro di cacao e salsa thai, leggermente piccante.
Sicuramente la portata più sorprendente, quella che porta la mente in posti lontani e il palato piacevolmente in un viaggio sensoriale con un'esplosione di sapori.
Continuiamo con il Timpano di vermicelli alla genovese, la classica pasta alla genovese napoletana con dei vermicelloni a cui ha dato una forma cubica ed all'interno si trova il condimento di genovese, ed una spuma di genovese ad accompagnarla. Un classico della nostra cucina che richiede tempo e tecnica per la realizzazione, con una presentazione moderna.
Per secondo l'Assoluto di maialino con tre pezzi diversi di maialino, c'è la fascia croccante con gelée di melograno, il filetto di maialino in crosta di friarielli e la testina cotta con soya, saké e mirin, con il metodo chashau, con cui si prepara il ramen, ed infine, al centro, ragù napoletano.
Ottime cotture, consistenze e sapori.
Come predessert ci viene servito No sugar, un dessert salutare perché senza zuccheri lavorati, con miele, anice stellato che dona freschezza al palato, un composto di Gin ed Alchermes ed un sorbetto al melograno servito su un crumble.
L'effetto originale sorprende e prepara al dessert finale.
Per concludere, il dolce che porta il nome del locale, "O me o il mare", che racconta il viaggio in giro per il mondo, fatto dal padre dello chef.
È composto da 6 dolci diversi, abbinati a 6 città diverse: la sofgliatella Santa Rosa, dedicata a Napoli, la tarte au citron dedicata a Parigi, una sponge cake con cioccolato, mirtilli e cocco rapé dedicata a Sidney, il brownie con una ganache montata al caramello, arachidi salate ed una sfoglia di cioccolato bianco dedicato a New York, Honolulu, uno sgroppino al mango, passion fruit e Gin Mare; ed infine una girella di mashmallow e gelatina ACE dedicati a Londra.
Viene portato al tavolo dallo chef che mi porge un dado e come per un gioco dell'oca, in base al numero che esce, ci serve il dolce corrispondente, raccontandoci come è composto.
Un'esperienza simpatica che ci ha consentito di interagire con lo chef, di provare diversi dolcini e di fare quello che più ci piace, per Anna Luisa preparare dolci e per me, viaggiare e provarli in giro per il mondo. Questa volta l'abbiamo fatto stando comodamente seduti a tavola.
Ad accompagnare il dolce, il Sauternes del 2020, con una forte nota agrumata.
Visto che ci siamo stati per il compleanno di Anna Luisa ed era sotto Natale, a parte una deliziosa tortina per festeggiarla (grazie!), ci è stato offerto anche un mix di panettoni del pasticciere Angelo Mattia Tramontano, fratello dello chef.
A parte l'ambiente molto bello e la bella atmosfera che si respira in sala, si avverte da subito l'amore dello chef per la cucina e la capacità, non da tutti, di giocare sapientemente con gli ingredienti e le preparazioni, portando l'ospite in un continuo viaggio intorno al mondo, ma che ha sempre Napoli come base a cui tornare.
L'abilità dello chef e dei suoi fratelli, uniti alla conoscenza enologica di Nicoletta ha fatto sì che a Gragnano arrivasse una meritatissima stella ed un locale dove tornare volentieri.
Anna Luisa e Fabio
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