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Mtchallenge di Febbraio: Bacio al cioccolato fondente, arancia candita, caramello salato ed arachidi pralinate

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Non c'è due senza tre e questa terza versione dei Baci che vi presento oggi è la mia terza ed ultima versione (...anche perchè i tipi di cioccolato sono solo tre, altrimenti avrei continuato all'infinito!).
Anche questa volta ho seguito la ricetta di Annarita, vincitrice dell'ultima sfida dell'MTChallenge e "responsabile" non solo dell'invasione di cioccolatini avvenuta a casa mia (immaginate un'astronave con una grande scritta "Perugina", con tutti i Baci che vengono teletraspostati dentro la mia cucina e mi ricoprono i mobili ), ma soprattutto dei chili di troppo che ho messo da domenica ad oggi (ed il plurale non è casuale!).

Ma come scrisse "qualcuno" tanto tempo fa, "Chi è artefice del suo mal pianga se stesso!" e questa volta devo dire che me la sono proprio voluta perchè di Baci ne potevo fare meno, magari metà dose, potevo farli di un solo gusto, ed invece no, mi sono creata una tentazione infinita e ne sono stata letteralmente io l'artefice. E ne sono felice :-)

Bacio al cioccolato fondente, arancia candita, caramello salato ed arachidi pralinate

Ma alla dieta ci penseremo domani...anzi, facciamo la settimana prossima quando credo di aver finito tutti questi cioccolatini, e per ora godiamoci queste squisitezze.

I Baci che ho preparato oggi sono al cioccolato fondente, abbinato all'arancia candita che ho tritato fino a renderla una pasta, al caramello salato per il quale ho un debole ed alle arachidi pralinate.

Troppo per stare tutto in un cioccolatino? Vi assicuro di no, come vi assicuro che i sapori erano molto equilibrati e si recepivano uno dopo l'altro...chissà perché sto parlando al passato...

Bacio al cioccolato fondente, arancia candita, caramello salato ed arachidi pralinate

Bacio al cioccolato fondente, arancia candita, caramello salato ed arachidi caramellate


Ingredienti

70 ml di panna fresca
240 g di cioccolato fondente Callebaut al 51,8%
120 g granella di arachidi caramellate
100 g di arance candite
100 g di caramello salato
circa 30 arachidi caramellate intere

500 g di cioccolato fondente
Per il caramello salato:
70 g di zucchero
40 g di panna fresca
50 g di burro salato
Per le arachidi pralinate:
250 g di arachidi sgusciate
250 g di zucchero
1 cucchiaino di cacao
1 cucchiaio di acqua 

Bacio al cioccolato fondente, arancia candita, caramello salato ed arachidi pralinate
Preparare il caramello salato: mettere lo zucchero in un pentolino dal fondo spesso e farlo caramellare.
Quando avrà assunto un bel colore ambrato, versarvi a filo la panna calda (deve arrivare quasi a bollore).
Togliere il pentolino dal fuoco, aggiungervi il burro a pezzi e mescolare fino ad ottenere una crema omogenea. Se avanza si conserva in frigo chiuso in un barattolo.

Preparare le arachidi pralinate: mettere in un pentolino tutti gli ingredienti e porlo su fuoco medio. Mescolare. Pian piano lo zucchero si scioglierà diventando caramello e poi inizierà ad attaccarsi alle mandorle.
Continuare a mescolare però a fiamma bassa, finchè non si sentirà un crepitio.
A questo punto le arachidi sono pronte.
Versare su un piano di marmo e fare raffreddare completamente e tenerle da parte.

Tritate finemente il cioccolato fondenteo e metterlo da parte. Scaldare la panna in un pentolino fino a poco prima dell’ebollizione.
Appena la superficie si increspa e si vedono le prime bollicine, toglierla dal fuoco.
Versare velocemente il cioccolato tritato in precedenza e mescolare energicamente fino a che tutto il cioccolato non si sia sciolto perfettamente.
Versare il caramello salato a filo nel cioccolato, continuando a mescolare.
Unire la granella di arachidi caramellate e mescolate.
Mettere in un luogo fresco a raffreddare completamente.
Deve avere una consistenza morbida e non troppo liquida

Riempire un sac a poche e formare delle sfere delle dimensioni di una piccola noce (ma tutti conoscete la misura dei Baci).

Porli su un foglio di carta da forno o una velina e mettereli al fresco o 1 minuto in frigo, giusto per dargli più compattezza.

Prenderli tra le mani e farli roteare per dare una forma più tondeggiante

Prendere le arachidi caramellate e posizionarle sulla sommità di ogni pallina.

Schiacciarle leggermente all’interno della ganache affinchè si fissino sulla stessa. 
Con queste dosi, a seconda della grandezza, si possono avere da 25 a 30 baci.
Metterli da parte.

Temperare il cioccolato:Tritare il cioccolato fondente e farlo sciogliere a bagnomaria, finché raggiunge i 45°/50°C facendo attenzione, perché l’acqua NON DEVE entrare in contatto MAI con il cioccolato, altrimenti il cioccolato è da buttare.
Consiglio di non far bollire l’acqua per evitare schizzi o sbuffi di vapore e di asciugare bene sotto il recipiente non appena si solleva dalla pentola sottostante. 
Versare i 2/3 del cioccolato fuso su un piano di marmo, e con due spatole di metallo allargare il cioccolato e poi riport
atelo al centro, ripetendo l’operazione 2/3 volte fino a quando cambia consistenza e diventa più viscoso. La temperatura in questo modo si abbassa velocemente fino a 27°/28°C .
Attenzione a non formare grumi, il cioccolato alla fine deve essere liscio. Se dovesse succedere e fossero molti, fondere di nuovo.

A questo punto rimettere il cioccolato nel recipiente con il restante terzo del cioccolato, che sarà ancora caldo.
Mescolare bene con una spatola (non una frusta per non incorporare aria) per far risalire a temperatura di lavorazione, 31°C nel caso del cioccolato fondente.
Misurare la temperatura con il termometro. Un grado in più è tollerato.
Se la temperatura è ancora troppo alta si procede di nuovo a rovesciare un po’ di cioccolato, questa volta un po’ meno e si fa la stessa operazione.
Se invece la temperatura fosse troppo bassa si scalda un pochino, se si è fortunati sarà salita a 31°C, altrimenti rifare l’operazione di raffreddamento.

Quando il termometro dà 31/32°C il cioccolato è pronto a usare.

Prendere i baci e con l’aiuto di una forchettina tramparli nel cioccolato.
Tuffarli 1 o 2 alla volta dentro il recipiente del cioccolato temperato e scolarli con l’aiuto di una forchettina. Si può utilizzare anche una forchettina di plastica alla quale avrete tolto i rebbi centrali, così sgocciola meglio.

Depositarli su un foglio di carta forno e lasciarli asciugare.

I baci sono pronti da confezionare e regalare.

Bacio al cioccolato fondente, arancia candita, caramello salato ed arachidi pralinate

La frase che accompagna queste delizie è di Fabio e non è casuale, perché dovete sapere che quello che unisce me e Fabio non fu decisamente un amore a prima vista.
Infatti, quando fummo presentati, con il preciso intento di farci fidanzare per giunta, non ci piacemmo per nulla ed ognuno prese la sua strada.

Ci vollero dei mesi di frequentazione da buoni amici perchè scoprissimo invece di avere molte più cose in comune di quanto non credessimo e soprattutto che non dispiacevamo assolutamente l'uno all'altra. Quando lo abbiamo scoperto? Questo ve lo racconterò la prossima volta che preparerò dei Baci...

Ed ora vi saluto, quindi Baci, Baci, Baci!

Bacio al cioccolato fondente, arancia candita, caramello salato ed arachidi pralinate


Anna Luisa
XXX

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MTchellange di Febbraio: Baci al cioccolato al latte con fichi secchi cilentani, Passito di Pantelleria e mandorle

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Come vi avevo anticipato ieri, vi presento la seconda versione di Baci che ho preparato per l'Mtchallenge di questo mese. Infatti, mentre preparavo i Baci al cioccolato bianco, seguendo scrupolosamente la ricetta di Annarita, vincitrice della scorsa edizione delle sfida, ho iniziato ad elaborare una versione con il cioccolato al latte e più ci pensavo, più mi convincevo che mi sarebbe piaciuto non solo preparare questi Baci, ma soprattutto mangiarli!...ormai avrete capito che la mia golosità non ha mai fine.

L'idea che mi è venuta è stata di utilizzare dei fichi secchi cilentani tritati fino a renderli una pasta, bagnare quest'ultima con del Passito di Pantelleria e creare così il ripieno per i miei Baci al cioccolato al latte. Come frutta secca ci ho visto bene le mandorle e come qualità del cioccolato, ho usato quello al latte Callebaut al 31%.

Anche questa volta la frase è stata scelta da Fabio e devo dire che quando l'ho letta, mi sono affiorati alla mente tutti i ricordi dei nostri primi giorni da coppia. Ero pronta alla sua fatidica domanda che, non vi nascondo avevo anche un pochino sollecitato. Mi ero scelta i vestiti che volevo indossare in quel momento, avevo immaginato un bel tramonto su Napoli, la brezza autunnale....ed invece lui mi chiama alle 11 del mattino e mi chiede di vederci. Panico. Mi viene a prendere a casa, ma non ho ancora lavato i capelli, il vestito non era proprio da mattino, il tramonto saltato alla grande, ma chi se ne fregava, mi stavo per fidanzare con l'uomo della mia vita. Iniziammo a chiacchierare e poi lui mi chiese di uscire a fare un giro. Prendemmo la mia cara automobilina e andammo verso casa sua. Parcheggiammo in
prossimità di un mercato, quindi con un viavai di persone infinito e fu lì che mi diede il primo bacio.

Rimasi senza fiato, soprattutto dopo aver aperto gli occhi ed aver realizzato che lui non li aveva chiusi...ho impegato mesi per convincerlo che si bacia ad occhi chiusi...

Ed a proposito di baci, torniamo ai nostri di cioccolato.

Baci al cioccolato al latte con fichi secchi cilentani, Passito di Pantelleria e mandorle

Baci al cioccolato al latte con fichi secchi cilentani, Passito di Pantelleria e mandorle


Ingredienti

70 ml di panna fresca
240 g di cioccolato al latte
120 g granella di mandorle
100 g di fichi secchi cilentani
50 ml di Passito di Pantelleria 
circa 30 mandorle intere

500 g di cioccolato al latte


Baci al cioccolato al latte con fichi secchi cilentani, Passito di Pantelleria e mandorle

Tritare i fichi secchi fino a ridurli in pasta.
Bagnarli con il passito di Pantelleria ed amalgamare il tutto.

Tritate finemente il cioccolato al latte e metterlo da parte.
Scaldare la panna in un pentolino fino a poco prima dell’ebollizione.
Appena la superficie si increspa e si vedono le prime bollicine, toglierla dal fuoco.
Versare velocemente il cioccolato tritato in precedenza e mescolare energicamente fino a che tutto il cioccolato non si sia sciolto perfettamente. 
Aggiungeri la pasta di fichi e Passito ed incorporarla al cioccolato.
Unire la granella di mandorle e mescolare.
Mettere in un luogo fresco a raffreddare completamente.
Deve avere una consistenza morbida e non troppo liquida.

Riempire una sac à poche e formare delle sfere delle dimensioni di una piccola noce (ma tutti conoscete la misura dei Baci).

Porli su un foglio di carta da forno o una velina e mettereli al fresco o 1 minuto in frigo, giusto per dargli più compattezza.

Prenderli tra le mani e farli roteare per dare una forma più tondeggiante
Prendere le mandorle e posizionarle sulla sommità di ogni pallina, con la punta rivolta verso il centro.
Schiacciarle leggermente all’interno della ganache affinchè si fissino sulla stessa.
Con queste dosi, a seconda della grandezza, si possono avere da 25 a 30 baci. Metterli da parte.

A questo punto bisogna temperare il cioccolato.
Tritare il cioccolato al latte e farlo sciogliere a bagnomaria, finché raggiunge i 40°/45°C facendo attenzione, perché l’acqua NON DEVE entrare in contatto MAI con il cioccolato, altrimenti il cioccolato è da buttare.
Consiglio di non far bollire l’acqua per evitare schizzi o sbuffi di vapore e di asciugare bene sotto il recipiente non appena si solleva dalla pentola sottostante.

Versare i 2/3 del cioccolato fuso su un piano di marmo, e con due spatole di metallo allargare il cioccolato e poi riportatelo al centro, ripetendo l’operazione 2/3 volte fino a quando cambia consistenza e diventa più viscoso.
La temperatura in questo modo si abbassa velocemente fino a 25°/26°C .
Attenzione a non formare grumi, il cioccolato alla fine deve essere liscio. Se dovesse succedere e fossero molti, fondere di nuovo.
A questo punto rimettere il cioccolato nel recipiente con il restante terzo del cioccolato, che sarà ancora caldo. Mescolare bene con una spatola (non una frusta per non incorporare aria) per far risalire a temperatura di lavorazione, 29°C nel caso del cioccolato al latte.
Misurare la temperatura con il termometro. Un grado in più è tollerato.
Se la temperatura è ancora troppo alta si procede di nuovo a rovesciare un po’ di cioccolato, questa volta un po’ meno e si fa la stessa operazione.
Se invece la temperatura fosse troppo bassa si scalda un pochino, se si è fortunati sarà salita a 29°C, altrimenti rifare l’operazione di raffreddamento.
Quando il termometro dà 29/30°C il cioccolato è pronto a usare.

Prendere i baci e con l’aiuto di una forchettina tramparli nel cioccolato.
Tuffarli 1 o 2 alla volta dentro il recipiente del cioccolato temperato e scolarli con l’aiuto di una forchettina.
Si può utilizzare anche una forchettina di plastica alla quale avrete tolto i rebbi centrali, così sgocciola meglio.

Depositarli su un foglio di carta forno e lasciarli asciugare. I baci sono pronti da confezionare e regalare.

Baci al cioccolato al latte con fichi secchi cilentani, Passito di Pantelleria e mandorle


Per la presentazione di questi baci, similmente a come avevo fatto ieri, ho preparato una lastra di cioccolato al latte questa volta. Ho versato un po' di cioccolato su una striscia di acetato, l'ho stesa, ma invece di aspettare che asciugasse, ho curvato il foglio, in modo da avere delle onde. Quando il cioccolato si è raffreddato del tutto, ho eliminato l'acetato (vedi prime foto. L'ultima è una presentazione dei 3 baci su una sfoglia di cioccolato fondente decorata con un po' di polvere dorata alimentare).

Baci perugina

E dopo questa ricetta "al bacio", vi aspettiamo domani per il Bacio al cioccolato fondente.

Anna Luisa

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MTchallenge di Febbraio: Baci bianchi alla crema di limoncello e pistacchi di Bronte

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Sicuramente dalle ricette che faccio, avrete capito tutti la mia predilezione per i dolci, in particolare quelli al cioccolato, che non amo solo preparare, ma, ahimè, anche mangiare.

Fin dalla più tenera età sono stata una golosona di cioccolato ed a casa mia ancora si racconta di quella volta che la bambina tranquilla ed ubbidiente quale ero, sparì, senza rispondere alle chiamate dei genitori, della nonna e della zia. Dopo un po' fui ritrovata sotto il letto di mamma e papà con quel poco che restava di una tavoletta di cioccolato Lindt (perchè, come dicevo all'epoca, a me piace il cioccolato con l'orso!).

Vi sarà facile immaginare l'acquolina che mi è venuta quando davanti ai miei occhi, portroppo solo attraverso il monitor, mi sono comparsi i Baci preparati da Annarita, vincitrice della scorsa edizione dell'MTchallenge.
Baci bianchi alla crema di limoncello e pistacchi di Bronte


Avete capito bene, la nostra amica per il mese di Febbraio, mese degli innamorati,  ha pensato di farci preparare i famosi cioccolatini, simbolo della Perugina, ovviamente rivisitati a modo nostro e soprattutto corredati di un bel biglietto d'amore.

Una golosona ed amante della pasticceria come me, poteva non aver fatto almeno un corso di cioccolato alla Perugina? Certo che no, ed infatti Fabio ed io non ne abbiamo fatto uno, ma ben tre! E vi pare che su tre corsi quale abbiamo saltato? Proprio quello sui Baci!

Ma per fortuna si è sempre in tempo a rimediare e così, seguendo i consigli di Annarita, mi sono lanciata in questa cioccolatosa  avventura.

Ho trascorso una domenica tra spatole, piani di marmo, ciotole e soprattutto cioccolato. Quale? Ma lo sapete che non sono brava a scegliere, e così ho preparato un tris di baci, uno per ciascuna tipologia di cioccolato, che vi farò degustare, purtroppo solo virtualmente, nei prossimi tre giorni...perché si sa, un bacio al giorno leva il medico di torno.

Baci perugina al ciocclato fondente, al cioccolato al latte ed al cioccolato bianco

Baci bianchi alla crema di limoncello e pistacchi di Bronte

Baci bianchi alla crema di limoncello e pistacchi di Bronte


Baci bianchi alla crema di limoncello e pistacchi di Bronte


Ingredienti


70 ml di panna fresca
300 g di cioccolato bianco
120 g granella di pistacchi di Bronte
150 ml di crema di limoncello 
circa 30 pistacchi di Bronte interi

500 g di cioccolato bianco

Baci bianchi alla crema di limoncello e pistacchi di Bronte

Tritate finemente il cioccolato bianco e metterlo da parte.
Scaldare la panna in un pentolino fino a poco prima dell’ebollizione.
Appena la superficie si increspa e si vedono le prime bollicine, toglierla dal fuoco.
Versare velocemente il cioccolato tritato in precedenza e mescolare energicamente fino a che tutto il cioccolato non si sia sciolto perfettamente.
Versare la crema di limoncello a filo nel cioccolato, continuando a mescolare.
Unire la granella di pistacchi e mescolate.
Mettere in un luogo fresco a raffreddare completamente. Deve avere una consistenza morbida e non troppo liquida

Riempire un sac a poche e formare delle sfere delle dimensioni di una piccola noce (ma tutti conoscete la misura dei Baci).
Porli su un foglio di carta da forno o una velina e mettereli al fresco o 1 minuto in frigo, giusto per dargli più compattezza.
Prenderli tra le mani e farli roteare per dare una forma più tondeggiante
Prendere i pistacchi di Bronte e posizionarli sulla sommità di ogni pallina.
Schiacciarli leggermente all’interno della ganache affinchè si fissino sulla stessa.  Con queste dosi, a seconda della grandezza, si possono avere da 25 a 30 baci. Metterli da parte.

A questo punto bisogna temperare il cioccolato.


Tritare il cioccolato bianco e farlo sciogliere a bagnomaria, finché raggiunge i 40°/45°C facendo attenzione, perché l’acqua NON DEVE entrare in contatto MAI con il cioccolato, altrimenti il cioccolato è da buttare.
Consiglio di non far bollire l’acqua per evitare schizzi o sbuffi di vapore e di asciugare bene sotto il recipiente non appena si solleva dalla pentola sottostante.

Versare i 2/3 del cioccolato fuso su un piano di marmo, e con due spatole di metallo allargare il cioccolato e poi riportatelo al centro, ripetendo l’operazione 2/3 volte fino a quando cambia consistenza e diventa più viscoso. La temperatura in questo modo si abbassa velocemente fino a 23°/24°C .

Attenzione a non formare grumi, il cioccolato alla fine deve essere liscio. Se dovesse succedere e fossero molti, fondere di nuovo.
A questo punto rimettere il cioccolato nel recipiente con il restante terzo del cioccolato, che sarà ancora caldo.
Mescolare bene con una spatola (non una frusta per non incorporare aria) per far risalire a temperatura di lavorazione, 27°C nel caso del cioccolato bianco.
Misurare la temperatura con il termometro. Un grado in più è tollerato.
Se la temperatura è ancora troppo alta si procede di nuovo a rovesciare un po’ di cioccolato, questa volta un po’ meno e si fa la stessa operazione.
Se invece la temperatura fosse troppo bassa si scalda un pochino, se si è fortunati sarà salita a 27°C, altrimenti rifare l’operazione di raffreddamento.
Quando il termometro dà 27/28°C il cioccolato è pronto a usare.

Prendere i baci e con l’aiuto di una forchettina tramparli nel cioccolato.
Tuffarli 1 o 2 alla volta dentro il recipiente del cioccolato temperato e scolarli con l’aiuto di una forchettina. Si può utilizzare anche una forchettina di plastica alla quale avrete tolto i rebbi centrali, così sgocciola meglio.
Depositarli su un foglio di carta forno e lasciarli asciugare.
I baci sono pronti da confezionare e regalare.

Note mie:

ho aumentato la quantità di cioccolato rispetto alla ricetta di Annarita perché ho aggiunto la crema di limoncello. L'importante è che alla fine si ottenga un impasto abbastanza denso da formare delle palline. 

Con il cioccolato fondente temperato, ho preparato una lastra di cioccolato dorato. Ho versato il cioccolato su una striscia di acetato e l'ho steso. L'ho quindi spolverizzato con della polvere d'oro alimentare. Una volta asciugatosi ho eliminato il foglio di acetato. Lalastra è quella che vedete come supporto dei tre baci.

Per la crema di limoncello che preparo ogni anno e conservo per le occasioni speciali come questa, vi riporto la ricetta.

Crema di limoncello:

Mettere in infusione in 1 L di alcool le bucce (solo la parte esterna) di 10 limoni di Sorrento preferibilmente verdi, per 7 giorni.
Trascorso questo tempo portare ad ebollizione 2 L di latte e filtrare, ripetere l'operazione 3 volte, alla fine aggiungere 2 kg di zucchero, mescolare bene e fare raffreddare.
Aggiungere al latte l'alcool da cui avremo tolto le bucce di limone. Imbottigliare e conservare in congelatore.
Si conserva per circa un anno...se non finisce prima.

Baci bianchi alla crema di limoncello e pistacchi di Bronte

La frase è stata scelta da Fabio (questa è l'unica dei 3 cioccolatini che abbiamo presa "preconfezionata") e devo dire che mi ci rispecchio molto. Entrambi guardiamo nella stessa direzione, condividendo non solo questo blog, ma le passioni per i viaggi e per la cucina, che ci uniscono, ovviamente oltre ai momenti belli o brutti che siano, che ci regala la vita. Ma l'importante resta sempre guardare avanti, insieme.

Curiosi di sapere quali altri Baci ho preparato? Ci vediamo domani per i Baci al cioccolato al latte.

Baci perugina al cioccolato fondente, al latte e bianco

Anna Luisa



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Per non sprecare nulla: pane ai pomodori secchi ed origano con esubero di lievito madre

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Tempo fa una mia amica mi regalò del lievito madre, per la precisione il lievito delle sorelle Simili, quindi una garanzia di riuscita di ogni tipo di pane e soprattutto una garanzia di longevità.

Purtroppo la storia con il mio primo "bimbo" non è andata come speravo ed il lieto fine non c'è stato. Forse per le gufate di Fabio che sosteneva che eravamo noi a lievitare, o più probabilmente perché la poca esperienza mi ha portato sbagliare da qualche parte , comunque il lievito non ebbe una vita lunga.

Dopo quell'esperienza, mi ero ripromessa di non provarci più ed ero riuscita a far fede alla mia promessa, finché Antonietta non lanciò, come sfida per l'MTchallenge, il babà con lievito madre.
Fortunatamente, grazie alle conoscenze di mio padre, il panettiere me ne cedette un pezzetto del suo che io subito battezzai Antonietto, per non dimenticare chi era stata l'artefice della mia sfort...ehm...fortuna.

Antonietto andava un amore e produceva benissimo, ma con il sopraggiungere delle ferie estive l'ho dovuto essiccare e questa operazione probabilmente è stata vista da lui come segno di alto tradimento. Sicuramente ci è rimasto molto male, perché dopo l'estate non si è più ripreso.

Quando stavo per dare il secondo addio al mio lievito madre, è arrivata Giulia che da brava pusher, ha consegnato nelle mani di Fabio un vasetto del suo lievito. Come potevo battezzarlo se non Romeo?

pane ai pomodori secchi ed origano con esubero di lievito madre


Romeo è un vecchietto di cent'anni e più, ma nonostante la veneranda età è arzillo ed in piena forma.
Mi ha dato fn dall'inizio enormi soddisfazioni, ma il mio cuore era rimasto legato a Antonietto, così ho provato a fare avvenire un miracolo, ho aggiunto ad Antonietto un po' di Romeo ed ho ottenuto Rometto. Per farvi capire la sua forza, una notte che lo avevo legato come un salame in un telo, è cresciuto tanto da rompere il telo ed anche lo spago da arrosti che avevo usato!

E così se prima lievitavamo con un solo "bimbo", ora ne abbiamo ben due perché non ho avuto il coraggio di elminarne uno...#trapocononpasseremopiùperlaportadicasa.

L'avventura con uno/due lieviti madre ha però degli effetti negativi, oltre che sulla linea, anche sul fatto che ad ogni rinfresco si debba gettare via una parte di lievito. Ho così deciso di provare una ricetta del libro "Pasta madre" di Rita Monastero, dove l'autrice spiega come utilizzare il lievito avanzato dai rinfreschi, soprattutto da quelli che si fanno a distanza di tre ore gli uni dagli altri per dare forza al "bimbo". Ne è venuto fuori un ottimo pane che ho servito come aperitivo dopo averlo tagliato a quadrotti e condito con un filo di olio extravergine d'oliva pugliese.

pane ai pomodori secchi ed origano con esubero di lievito madre


Pane ai pomodori scchi ed origano con esubero

Ingredienti:

250 g di semola rimacinata di grano duro
150 g di farina maniitoba
100 g di farina 00
250 g di esubero di pasta madre ancora attivo
350-380 g di acqua
12 g di sale
10 pomodori secchi ammollati e tagliati a pezzetti
1 cucchiaino di origano

pane ai pomodori secchi ed origano con esubero di lievito madre

Versare le farine nella ciotola dell'impastatrice, unire la pasta madre e avviare la lavorazione del gancio, versando l'acqua tiepida poco per volta.
Salare e continuare ad impastare, sempre dosando l'acqua, sino ad ottenere un impasto consistente, non appiccicoso; porlo in una ciotola sigillata con pellicola per alimenti e lasciarlo maturare per 12 ore in frigorifero.

Riportarlo a temperatura ambiente (occorrerà circa un'ora), stenderlo,  distribuirvi sopra l'origano ed i pomodori secchi e dargli le pieghe per formare un filone grande o due piccoli; lasciare a raddoppiare il volume direttamente nella teglia infarinata per circa un paio d'ore, poi infornare a 200°C per 30 minuti circa, se sono due filoni, o 50 minuti se è un solo filone grande.

pane ai pomodori secchi ed origano con esubero di lievito madre

Una volta che si sarà raffreddato, tagliarlo a fette e tagliare queste ultime a cubotti.

Servire i cubotti di pane conditi con un filo d'olio extravergine d'oliva.

pane ai pomodori secchi ed origano con esubero di lievito madre

Ed ora che ho due lieviti madre cosa mi resta se non prepararmi del Li.co.li?

Anna Luisa


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Una variante di un nostro tipico piatto: la genovese di polpo

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Una genovese di polpo, si, avete capito bene, non la classica genovese di carne, antico piatto della cucina partenopea, ma un piatto simile per la quantità di cipolle e per la bontà infinita, questo è stato il primo piatto che ho servito la sera della vigilia di Natale.

Un Natale che è stato insolito, un po' triste per l'assenza di alcuni commensali, ma soprattutto per l'assenza di mia zia ricoverata all'ospedale. Un Natale con tanti decori, con tante luci per le strade, ma che mettevano ancora di più in evidenza le zone dove le vetrine dei negozi erano ormai chiuse per sempre. Un Natale in cui un po' per mancanza di tempo a causa del via vai dall'ospedale, un po' per la presenza del nostro gattino, che sicuramente avrebbe tirato giù l'albero con tutti i decori, non siamo praticamente neanche riusciti ad adornare casa.

Insomma, un Natale decisamente insolito, ed io ho voluto rivoluzionare, ormai come faccio da anni, il classico menu che prevede le linguine o spaghetti alle vongole ed ho inserito un piatto che avevo scoperto da poco tempo.

Qualche mese prima infatti c'era stato a casa di Francesca Caprino un bellissimo incontro tra blogger campani e la padrona di casa ci aveva deliziati con questo primo piatto da leccarsi i baffi. Subito decisi che lo avrei preparato per festeggiare il Natale.
Fu una serata veramente divertente, all'insegna dell'allegria e del buon cibo. Una serata che non dimenticherò mai perché mi ha permesso di incontrare delle persone simpatiche, disponibili e soprattutto amanti della cucina come me, tra l'altro anche vicini, ma soprattutto una serata che spero si ripeterà presto. Anche perché tutte le cose che abbiamo portato sono state ottime!

Genovese di polpo

Vi riporto la ricetta di Francesca e vi consiglio di provarla...vi ruberà il cuore.


Rigatoni con genovese di polpo


Ingredienti

per 6 persone

480 gr di rigatoni di gragnano
un polpo di 1kg
una cipolla, una carota, una patata e una costa di sedano per il brodo
1kg e 1/2 di cipolle
un rametto di timo, un cucchiaio di zucchero e un bicchiere di aceto per sbollentare le cipolle
1 carota
prezzemolo
1 bicchiere di vino bianco
olio evo
sale q.b.
pecorino da grattugiare a scaglie
prezzemolo tritato

Genovese di polpo

Se volete, ad uso terapeutico, versate pure tutte le vostre lacrime sbucciando ed affettando le vostre cipolle (il risultato è altrettanto valido), ma se non vi va, allora prendete una pentola capiente, riempitela con acqua, un rametto di timo, un bicchiere di aceto, un cucchiaio di zucchero e immergete le cipolle che man mano vi limiterete a privare della buccia esterna.
Portate a bollore e fate cuocere per 45 minuti da questo momento. Spegnete, scolatele e lasciate raffreddare completamente.
Con questa operazione, avrete delle cipolle digeribili.

Prendete un'altra pentola piuttosto capiente, versateci dell'acqua, una carota, una patata, una cipolla, una costa di sedano e portate a bollore.

Ora prendete il vostro polpo, sciacquatelo per bene e spaventatelo per 3 volte, cioè immergetelo e tiratelo fuori a più riprese per fare in modo che i tentacoli si arriccino.
Lasciatelo cuocere per non più di 30 minuti (gli aspetta ancora una lunga cottura), spegnete e lasciate che si raffreddi completamente nel suo brodo.

Ora prendete le vostre cipolle fredde e affettatele a fette di circa 5 mm, facendo attenzione a non tagliarvi perché saranno scivolose.
Personalmente il taglio a striscioline lo preferisco perché vi regalerà dei piccoli nidi di sugo che io adoro, ma se volete che il sugo si riduca ad una crema, allora tagliatele a piccoli pezzettini.

Prendete una carota piccola e tagliatela a brunoise, cioè a quadratini minuscoli.

Ora prendete una pentola antiaderente e dai bordi alti (dove per intenderci cucinereste una zuppa), versateci almeno 4 giri generosi di olio evo, fate soffriggere a fuoco medio la carota per un paio di minuti, aggiungetevi le cipolle e a fuoco molto vivo, rigirando per una decina di minuti, fatele soffriggere, salatele.

Aggiungete un bicchiere di vino bianco e fate evaporare.

Abbassate la fiamma al minimo e con tutta calma prelevate il vostro polpo, filtrate il brodo e rimettetelo sul fuoco a riscaldare (il brodo, non il polipo).

Tagliate il polpo a rondelle, lasciando intere le parti finali dei tentacoli e aspettate circa una mezz'oretta prima di aggiungerlo alle cipolle, che ricoprirete completamente con il brodo.

Ora fatevi una manicure, guardatevi un film, fate molte attività, che prevedano solo di rigirare il vostro sugo di tanto in tanto per le prossime 3-4 ore, versando, se asciutto, dell'altro brodo fin quando le vostre cipolle si saranno brunite e avranno perso metà del loro volume.

A questo punto non vi rimane che cuocere i vostri rigatoi, aggiungendo all'acqua di cottura un bicchiere del brodo di polpo, scolarli belli al dente, mantecarli in una padella con il sugo e un mestolo di acqua di cottura.

Impiattate aggiungendo un mestolo di genovese, del pecorino a scaglie e del prezzemolo tritato.

L'attesa è l'apoteosi della felicità, provare per credere.

Note mie:

ho utilizzato i rigatoni del pastificio Gentile di Gragnano, ottimi per spessore e tengono la cottura che è una meraviglia. Ed hanno un sapore eccezionale.

Genovese di polpo

Certo questa genovese per la cena di Natale era adattissima, ma rileggendola, me ne è venuta una voglia pazzesca...le cipolle ci sono....mi sa che domani compro un polpo...

Anna Luisa