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Calamari imbottiti di cous cous

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Calamari imbottiti di cous cous

Vi ho già proposto tempo fa la ricetta dei calamari imbottiti. La versione che vi presentai all'epoca era quella di casa mia, la classica versione napoletana con pane, uvetta e pinoli.

Essendo la Penisola molto vasta ed avendo una ricca tradizione gastronomica di mare, a seconda della Regione in cui ci troviamo, i calamari vengono riempiti in vario modo, per cui, se in Liguria troveremo anche gli spinaci nel ripieno, nel resto d'Italia il ripieno potrà essere composto anche da altre verdure come zucchine o melanzane. Anche il componente base che nella cucina napoletana è il pane, altrove viene sostituito dalle patate.

Pensando a quante varianti si possono realizzare di questa ricetta, che potrebbe essere tranquillamente considerata svuota-frigo all'occorrenza, mi sono imbattuta in una versione siciliana che non si discosta molto da quella napoletana. Ho voluto però cambiarla, dandole un'impronta più legata all'isola ed ho deciso di farcire i calamari con il cous cous.

Questo alimento di origine nordafricana, è molto utilizzato in Sicilia, tanto che ogni anno viene organizzato il Cous cous festival a San Vito lo Capo, quindi mi è sembrato adatto per farcire i calamari.
Tuttavia ho voluto dare comunque ai calamari una nota campana ed ho aggiunto un cucchiaio di colatura di alici di Cetara all'acqua del couscous.

Il risultato è un piatto nuovo, ma di cui si possono fare infinite versioni cambiandone semplicemente gli ingredienti.

Calamari imbottiti di cous cous

Calamaro imbottito di cous cous


Ingredienti:

4 calamari di media grandezza
150 g di cous cous
80 g di pinoli
50 g di uvetta
10 g di capperi dissalati
1-2 cucchiai do colatura di alici di Cetara
200 g di pomodori (del piennolo, possibilmente)
olio extravergine d'oliva (evo)
sale
semi di peperoncino

Calamari imbottiti di cous cous


Procedimento:

Pulire i calamari eliminando la sacca che contiene la penna di cartilagine e la pelle. In una padella mettere a riscaldare un paio di cucchiai di olio evo.
Tagliare a pezzetti i tentacoli del calamaro e metterli a rosolare nella padella per 5 minuti.

Nel frattempo, in una ciotola fare ammorbidire l'uvetta in acqua calda per 10 minuti.

Preparare il cous cous: mettere 3 dl di acqua in una pentola e portare ad ebollizione.
Quando l'acqua bollirà aggiungere la colatura di alici di Cetara ed il cous cous.
Coprire e lasciare riposare per 15 minuti

Trascorso il tempo sgranare il cous cous (con le mani o con la forchetta), trasferirlo in una ciotola ed aggiungere i pinoli, l'uvetta strizzata bene, i tentacoli dei calamari, i capperi ed un filo d'olio evo.
Salare leggermente e mescolare il tutto.

Con questo ripieno, farcire i calamari e chiuderli con l'aiuto di uno spiedino metallico.

Aggiungere un altro paio di cucchiai di olio evo nella padella in cui abbiamo fatto rosolare i tentacoli.

Riscaldare e fare rosolare i calamari girandoli in modo che prendano un colorito uniforme.

Dopo circa 5-10 minuti, quando i calamari saranno ben rosolati, aggiungere i pomodori tagliati a metà, salarli leggermente, aggiungere, se si vuole, dei semi di peperoncino e lasciare cuocere coperto per 15-20 minuti, finché i calamari saranno teneri ed i pomodori avranno prodotto un gustoso sughetto.

Servire caldi o freddi tagliati a fette.

Calamari imbottiti di cous cous

Come dicevo, di calamari imbottiti ne esistono infinite varianti, ma devo dire che questa la riproporrò sicuramente.

Anna Luisa

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Norvegia on the road, fiordi del sud: quarto giorno

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Lasciamo Aurland ed i suoi bei paesaggi con una visita alla chiesetta che è proprio vicino al nostro hotel, il Vangsgaarden Gjestgiveri. Ne approfitto anche per qualche foto della struttura diffusa che ospita le camere e della casetta in cui invece viene servita la colazione a buffet. Gli arredi interni sono proprio quelli di una casa d'altri tempi. Davvero originale fare colazione in un posto così.


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MTChallenge di Settembre: Gnocchi ripieni di genovese

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Gnocchi ripieni di genovese

Se mi chiedete un piatto che metta d'accordo tutta la famiglia, vi risponderò sicuramente gli gnocchi.
Piacciono ai bambini, ma piacciono anche agli adulti, forse in ricordo della loro fanciullezza o forse perché gli gnocchi sono un classico comfort food, un po' per la loro consistenza morbida, un po' per la loro capacità di legare con vari condimenti insaporendosi a dovere e donando una certa cremosità al condimento di turno.

Da bambina li adoravo letteralmente, tanto da mangiarli anche crudi e da costringere i miei genitori a nasconderli alla mia vista per non rischiare che i piatti arrivassero vuoti a tavola.

Nella nostra zona il condimento più utilizzato per gli gnocchi è il sugo di pomodoro con la mozzarella, i classici gnocchi alla sorrentina insomma, sia nella versione al sugo fresco, sia nella versione ripassata al forno. Fatto sta che tuttora, quando capita che mio padre ci inviti a pranzo la domenica e mi chieda cosa voglio, gli rispondo gli gnocchi alla sorrentina.

Eppure, nonostante il mio amore viscerale per gli gnocchi credo di averli fatti in casa solo un paio di volte. Annarita, vincendo l'MTchallenge della scorsa edizione, fortunatamente ci ha fornito non solo lo spunto per preparare agli gnocchi, ma anche delle ottime ricette per realizzarli in casa sia normali, che ripieni.

Proprio quest'ultima versione è quella che ho scelto di utilizzare per la gara del mese.
Pensando a come farcire e come condire gli gnocchi, mi è venuto in mente uno dei piatti della tradizione gastronomica partenopea: la genovese.

Solitamente questo piatto che potrebbe definirsi uno stufato con tante, tantissime cipolle, viene consumato come secondo, ma viene utilizzato anche per condire la pasta con un risultato che mi fa venire l'acquolina in bocca al solo pensiero.
Ho quindi pensato di farcire gli gnocchi con la carne della genovese e condirli con le cipolle, il tutto servito con una spolverata di cacioricotta cilentano...insomma degli gnocchi decisamente "made in sud".

Gnocchi ripieni di genovese

Gnocchi ripieni alla genovese

Ingredienti:

Per la genovese:
500 g di carne di manzo (quello che noi chiamiamo piccione)
600 g di cipolle bianche
100 ml di olio
2 carote
un bicchiere di vino bianco
sale e pepe

Per gli gnocchi:
600 g di patate bianche
130 g di farina 00 
1 uovo
Sale
Caioricotta cilentano

Gnocchi ripieni di genovese

Preparare la genovese. In un tegame, preferibilmente di coccio, fare rosolare la carne e le carote tritate nell'olio, sfumare con il vino e, quando quest'ultimo sarà evaporato, aggiungere le cipolle tagliate a fette sottili.
Coprire e lasciare cuocere per 3-4 ore, rigirando la carne e mescolando di tanto in tanto.
A fine cottura, quando le cipolle saranno brune, regolare di sale e pepe.

Prelevare 150 g di carne e frullatela aggiungendo un paio di cucchiai di sugo.
Prelevate dei cucchiaini di carne e formete tante polpette poco più grandi di una nocciola. 
Mettetele da parte.

Preparare gli gnocchi: lavate le patate e mettetele intere con la buccia a cuocere  in acqua fredda. Scegliere patate delle stesse dimensioni in modo da avere una cottura uniforme.
Dopo circa 30/40 minuti (dipende dalla pezzatura) saranno pronte.

Appena pronte scolate e privatele della buccia, schiacciatele, allargatele sulla spianatoia per far uscire il vapore poi inserite poco alla volta la farina, l’uovo e compattate a formare una pagnotta.

Fate dei salsicciotti piuttosto grandi e prelevate una porzione di circa 20 g, appiattitela e inserite una polpettina di carne tritata della genovese.
Richiudete intorno al ripieno fino a sigillare completamente. Fate roteare tra le mani per dare una forma tondeggiante.
Continuate fino a esaurimento dell’impasto. Passate gli gnocchi su un riga-gnocchi.

Cuocete gli gnocchi in acqua bollente salata fino a che saliranno a galla, scolateli e passateli nel sugo caldo della genovese.
Prima di servire spolverizzare con il cacioricotta.

Gnocchi ripieni di genovese

Se normalmente gli gnocchi sono un comfort food, ripieni e conditi con la genovese, sono diventati una vera goduria.

Anna Luisa

Con questa ricetta partecipiamo alla sfida n° 59 dell'MTchallenge






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Pizzeria la Lanternina di Vincenzo Feldi ad Acerra

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Diciamolo subito, da buon napoletano, fino a poco tempo fa, ero molto diffidente sulla bontà della pizza fuori Napoli città. Ultimamente però ho avuto diverse occasioni in cui mi sono dovuto ricredere, andando anche fuori provincia. Stavolta invece restiamo in provincia di Napoli, precisamente ad Acerra dove abbiamo potuto degustare le pizze di Vincenzo Feldi all'interno della sua pizzeria, La Lanternina, ad Acerra. Trovo che non ci sia cosa migliore del partire scettici e rimanere piacevolmente sorpresi. E' molto peggio avere un'alta aspettativa e rimanere delusi.
Vincenzo ci accoglie molto cordialmente nel suo locale, e volendo farci gustare al meglio le sue pizze, decide di rinviare gli assaggi delle altre specialità, come i fritti, a dopo la degustazione delle pizze.






La prima pizza che ci viene proposta è la Regina, con provola di bufala, coni di bresaola ripieni di ricotta di bufala con un po' di granella di nocciole e fiori di zucca crudi. Rimaniamo subito piacevolmente sorpresi, per il gusto intenso della pizza e la bontà e sofficità dell'impasto semintegrale di farina Petra.

Regina con provola di bufala, coni di bresaola ripieni di ricotta di bufala con un po' di granella di nocciole e fiori di zucca crudi



Già dalla prima pizza avevamo capito che qui si utilizzano solo prodotti selezionati e ciò ci viene confermato dalla seconda pizza assaggiata che è una Cetarese, con mozzarella di bufala, acciughe e tonno di Cetara. Qui si sente un po' il contrasto caldo/freddo tra impasto ed ingredienti, ma data la bontà e freschezza al gusto degli stessi, è un vero piacere.

Cetarese, con mozzarella di bufala, acciughe e tonno di cetara




La terza pizza invece abbina ed esalta due diversi pomodori della zona, il ciliegino giallo ed il datterino. Pizza apparentemente semplice, ma molto gustosa e ben bilanciata negli ingredienti.

Pizza con pomodoro ciliegino giallo e datterino


Terminiamo con un'altra pizza molto interessante, che si trova solo nel periodo estivo, in quanto prevede l'ultilizzo dei fichi freschi con la pancetta, i pomodorini e la mozzarella. Sarà che pizza e fichi è un abbinamento classico, ma anche se a prima vista può far storcere il naso a qualcuno per la presenza de fichi (di certo non a me!), io vi dico, prendetela e non ve ne pentirete! Il salato/grasso della pancetta si abbina perfettamente alla dolcezza del fico, lasciandovi una bocca perfetta.

Pizza con fichi freschi con la pancetta, i pomodorini e la mozzarella



Solo dopo capiamo perché ogni pizza gourmet provata fosse molto equilibrata. Vincenzo Fedeli della Lanternina, infatti, nasce come chef, e quindi ha quell'attenzione (e soprattutto la capacità!) di proporre abbinamente mai casuali (come, ahimé avviene in altri casi, abbinando prodotti gourmet che però poi non si amalgamano bene tra di loro), ma sempre ben studiati ed equilibrati.

Altra proposta non assaggiata con prosciutto crudo, lattuga, mozzarella e pomodorino giallo

Per avere un'idea (più) completa (ma non certo esaustiva) della sua cucina, assaggiamo anche i suoi fritti. La particolarità (e decisamente nota positiva) è che la frittura avviene in olio extra vergine d'oliva e si sente quando si assaggiano la frittatina (ottima!) o il crocché di patate (in versione pepata e particolare, ma che non dispiace affatto, anzi!) o il fior di zucca ripieno, croccante ed asciutto fuori e morbido dentro.

Crocché di patate e frittatina di pasta
Fiore di zucca fritto ripieno di ricotta

Non si poteva chiudere una serata così se non col re dei dolci napoletani, ovvero un bel babà versione famiglia, con panna e frutta.
Babà napoletano


Quindi direi che mi sembra chiaro che se vi trovate da quelle parti (ma io vi consiglio anche di andarci appositamente), non vi fate sfuggire l'occasione di provare questa pizzeria e poi mi direte.

Foto di gruppo con lo staff de La lanternina

Pizzeria La Lantenternina di Vincenzo Feldi
Via Vittorio Veneto, 85
Acerra (NA)
0815200413

Fabio

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Cenando sotto un cielo diverso 2016 al castello di Lettere

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Se c'è un aspetto del fare blogging che ci piace tantissimo, visto che per noi è prima di tutto una passione, sono le occasioni in cui il cibo diventa uno strumento per fare del bene. Così, anche quest'anno, abbiamo preso parte alla manifestazione "cenando sotto un cielo diverso" che si è tenuta presso il castello di Lettere. La prima cosa che abbiamo apprezzato rispetto alla precedente edizione, sono gli importanti lavori fatti all'interno del castello, con una serie di passerelle ben realizzate per potersi muovere molto più agevolmente nello stesso.












Arriviamo sempre con un po' di anticipo, per trovare parcheggio e per goderci il tramonto sul golfo di Napoli che da quassù è notevole, mentra gli chef iniziano a prendere posto nelle proprie postazioni per iniziare a preparare i piatti che saranno serviti durante la serata.
Dietro questo bell'evento c'è la Dott.ssa Alfonsina Longobardi, Presidente dell'Associazione "Tra cielo e mare" che opera in sostegno di giovani con disagi psichici.
La serata si avvale anche della collaborazione dell'Associazione di volontariato I Disabili di Gragnano, L'Aliante, Alibi alla vita, Amaranta e Crisalide che sostengono persone con diverse disabilità.


















I cuochi di questa edizione sono davvero di altissimo livello ed i piatti che abbiamo modo di degustare liberamente, pagando il solo biglietto d'ingresso di 15 € (più 5 per il bicchiere, con assaggi di vino compresi nel prezzo del biglietto), sono davvero di alto livello. Segno che anche lo scopo di valorizzare il cibo e le eccellenze del nostro territorio è stato raggiunto. E anche la partecipazione sempre maggiore delle persone è segno che questa manifestazione sta crescendo e bene.
Questi gli chef della serata:
Giulio Coppola (La Galleria –Gragnano),Corrado Parisi  ( Ristorante Arke Quartu Sant'Elena (CA) ) Michele De Martino (Evu- Vietri sul Mare), Alberto Fortunato (La Bettola del gusto – Pompei), Gennaro Longobardi (Nonna Giulia- Lettere), Lorenzo Montoro (Osteria al Paese - Nocera Inferiore), Francesco Vorraro (Braceria Bifulco- Ottaviano), Faby Scarica (Villa Chiara- Vico Equense), Maurizio De Riggi (Markus- San Paolo Belsito), , Giovanni Sorrentino (I Gerani  - Santa maria la Carità ) Vincenzo Vaccaro (Cucina 82 - Gragnano), Lorenzo Principe ( Famiglia Principe 1968 -Nocera Superiore), Giovanna Farina ( O’ ca bristo-Nocera inferiore), Yuri Buono ( Vincanto – Pompei) Massimiliano Malafronte (Panificio Malafronte-Gragnano), Francesco Longobardi (Melius Salumeria con cucina – Pompei-), Erminia e Pietro Cuomo (Hostaria di Bacco –Furore), Luigi Sorrentino (Torre Ferano –vico equense), Amelia Mazzola ( La Torre - Massalubrense) Luigi Salomone ( Piazzetta Milù – Castellammare di Stabia) Paolo Amato ( Caseificio Aurora – Pagani-), Filippo Cascone (Panificio Cascone - Lettere), Teresa Ruocco ( Cake Designer) Luca Castellano (Pizzeria Castellano- Napoli), Vincenzo Piacente ( Parco dei Principi – Sorrento)  Roberto Verducci, ( Fish Experienze – Na-)Luca Esposito ( La locanda del Testardo - Baia), Alfonso Crisci( Taverna Vesuviana)Giovanni Arvorio ( Taberna del Principe - Av-) Antonio Petrone (Pensando a te- Baronissi)Valentino Buonincontri (Dama’) Ciro Coticelli (Antico Borgo – Gragnano) Gabriele Martinelli (I Machiavelli – Pompei), Mafalda Figliolia (La Pignata – Bracigliano) Giordano Carmela (BorgoAntico – Lettere_-) Mario Pollio ( Pasta è… Sorrento), Michele Mazzola (Acqu’e Sale- Sorrento), Gian Marco Carli ( Ristorante Il Princi pe di Pompei) Catello Attanasio (Ghè Kale San Paolo Belsito – Nola) – Carlo Spina  (Ba-Bar – Na-) Andrea Napolitano ( Palazzo Marziale – Sorrento)  Nando Melileo (Emozionando  - Sa-) Marco Contrada,    Vincenzo Sannino (  Pizzeria Mari mari -Giugliano - ) Giovanna Farina ( O Ca’ Bistrot Nocera Inferiore) Domenico Ruocco( Ristorante M’ama-  Praiano)  Antonio Izzo ( Napoli 1820), Antony Di Lieto ( Tavernetta 58 Gerardo)  Di Dato ( Pasticceria Di Dato- Angri-) Savino Galasso ( Pasticceria Galasso – Sant’Antonio Abate ) Alberto Parascandalo (Pasticceria Mille Stelle Vico Equense)  Ciro Campanile ( Hotel Elisabetta- Lettere) ed altri ancora

Le  stelle Michelin
Domenico Iavarone ( Ristorante Maxi,Capo la Gala –Vico Equense) e  Marco del sorbo ( Ristorante L’accanto – Seiano)






















Durante la serata è stato possibile ascoltare la musica jazz e napoletana dei Dolce Vita.
C'è stato un piccolo spettacolo di Francesco Albanese di Made in Sud.
Il ricavato della serata è andato a sostegno proprio di queste realtà che quotidianamente sono a fianco di chi ha bisogno, per farlo sentire meno diverso.

Fabio e Anna Luisa