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Un lievito madre più furbo di me: Pane al muesli e banana di Paul Hollywood

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Ebbene si, sono stata ripresa nel vortice del lievito madre. Me ne ero liberata Non lo avevo più da qualche anno, dopo che il mio Similio, il lievito madre delle sorelle Simili,  aveva non solo perso la simpatia, ma addirittura era diventato antipatico...acido per meglio dire. Comunque lo salutai cordialmente, ringraziandolo per i muscoli delle braccia che mi erano venuti a forza di rinfreschi ( e pensare che le persone "normali" passano ore e ore in palestra e non mangiano nulla, invece noi andavamo avanti a pane e pizza), NON lo ringraziai per i chili di troppo che avevamo messo sia io che Fabio (non a caso Fabio sosteneva che più di lui, a lievitare eravamo noi due) e lo gettai nella pattumiera,  pensando che mai più ne avrei avuto uno.

Pane al muesli e banana di Paul Hollywood

Sono passati ben quattro anni ed io non ne sentivo la mancanza, ma forse per il trauma di tutti i rinfreschi fatti e di tutte le pizze che venivano mangiate per almeno un paio di giorni, avevo quasi accantonato del tutto i lievitati, facendoli solo se strettamente necassario.

Quando Antonietta ha pubblicato la ricetta del babà, non ho resistito. Era un po' che mi frullava in testa l'idea di farmene dare un pezzetto dal panificio vicino casa e così ho fatto. L'ho porato a casa, ma il mio lievito madre non voleva crescere e dopo averlo rinfrescato senza successo, avergli dato un'impastata senza aggiungere nulla, ho pensato di fargli il bagnetto in acqua e zucchero e di battezzarlo Antonietto.

Sarà che gli è piaciuto il nome, oppure il bagnetto, oppure lo zucchero nell'acqua, quando ho prelevato la parte centrale del lievito e l'ho rinforzata, in pochi minuti il pezzo messo nel barattolo già era cresciuto e la restante parte ha dato origine ad un babà buonissimo.
  
Pane al muesli e banana di Paul Hollywood

L'ho anche assaggiato, seguendo le istruzioni del maestro Massari e pensate un po'...sapeva di pane!
Dopo tanta fatica non potevo abbandonarlo, così, leggendo il libro di Paul Hollywood, ho deciso di getto di preparare il pane con il muesli e le banane, ma prima doveveo rinfrescare Antonietto. L'ho rinfrescato ed ho riposto la parte da conservare in un barattolo di vetro, quelli con il tappo rosso, stringendolo bene perché mi ricordavo che Similio mi faceva puntualmente trovare il tappo svitato e lui che gironzolava per il frigo. Così sono riuscita ad evitate che Antonietto svitasse il tappo, infatti ho trovato il barattolo con il tappo sfondato ed il lievito madre che formava una sorta di colata lavica sul lato del barattolo... morale della favola: pensare di essere più furba del lievito madre e non esserlo!

Pane al muesli e banana di Paul Hollywood

Pane con muesly e banana

(da "La magia del forno" di P. Hollywood)


Ingredienti per 2 forme:

750 g di farina bianca forte per pane
500 g di lievito madre
15 g di sale
3 banane sbucciate e tagliate a pezzetti
300 g di muesli
3,5-4,5 dl di acqua tiepida
olio extravergine d'oliva
50 g di fiocchi d'avena

Mettere la farina, il lievito madre, il sale, le banane e il muesli in una larga terrina.
Aggiungere 3,5 dl di acqua e mescolare bene con le mani, unendo altra acqua se fosse necessario, fino ad ottenere una pasta morbida e un po' grossolana, prelevando tutta la farina dai bordi.

Ungete leggermente il piano di lavoro, quindi trasferitevi la pasta e iniziate a lavorarla.
Proseguite per 5-10 minuti, finché l'impasto da umido non diventerà morbido e inizierà a formare una sottile pellicina.

Quando la pasta sarà morbida e setosa, metterla in una larga terrina unta, copritela con un telo e lasciatela lievitare a 22-24°C (non meno di 15°C e non più di 25°C) per 5 ore o finché non raddoppia di volume.

Coprite due teglie con un telo ciascuna e spolverizzateli di farina o preparate dei cesti di lievitazione.
Spolverizzate il piano di lavoro di farina e trasferitevi l'impasto.
Fate uscire tutta l''aria dalla pasta piegandola ripetutamente fnché non sarà morbida.
Dividetela  a metà e formate due pagnotte.

Sistemate le due forme di pane sui teli (o nei cesti), chiudete le teglie in un sacchetto di plastica e lasciate lievitare nuovamente a 22-24°C per 13 ore finché l'impasto non sarà raddoppiato e tornerà subito indietro se lo pizzicate con le dita.

Quando la pasta è pronta, scaldate il forno a 200°C e foderate due teglie con carta da forno.
Trasferite i pani sulle teglie, poi spennelleteli di acqua e spolverizzateli di fiocchi d'avena.
Con l'apposito stampino, dividete ogni pagnotta in 8 spicchi, schiacciando bene fino in fondo.
Fatele cuocere per 40 minuti, finché battendo la base del pane con le nocche non sentirete un rumore sordo.

Lasciate infine raffreddare il pane su una gratella.

Pane al muesli e banana di Paul Hollywood

Note mie: ho preparato metà dose utilizzando 200 g di lievito madre perché la quantità indicata da Hollywood mi pareva eccessiva. Forse si potrebbe diminuire ulteriormente, ma credo ce molto dipenda dalla forza del lievito madre che usate.
Ho lasciato il pane lievitare la notte in uno stampo da plumcake, ottenendo così la forma rettangolare.

Anna Luisa



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MTchallenge di Maggio: c'era una volta il babà filato con crema al limoncello e ciliegie

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C'era una volta un gioco, che si ripeteva ogni mese e dove, chiunque partecipasse, oppure leggesse le ricette che venivano preparate, imparava qualcosa di nuovo. Ogni mese c'era una ricetta da preparare, che si trasformava in una vera e propria sfida prima con se stessi che con gli altri. Si cercava sempre qualche ingrediente particolare da mettere nel proprio piatto, qualche abbinamento, oppure qualche presentazione particolare ed erano gli stessi partecipaneti, che rimanevano sempre stupiti dalle idee che venivano loro in mente, idee che mai avrebbero pensato di poter avere, e che invece, quasi per magia, affioravano davanti ai loro occhi ed ancora meglio, comparivano sulle loro tavole imbandite.
Si susseguivano centinaia di piatti ogni mese, una volta le polpette, una volta la fideua, una volta lo strudel ed una volta la red velvet, poi ravioli e tagliatelle, insalate e patè, fino a giungere a lui in persona, il dolce napoletano per antonomasia: il babà.

Babà filato con crema al limoncello e ciliegie

Dolce complesso per la sua struttura ben alveolata e per la caratteristica di non spugnarsi, una volta immerso ancora caldo in un liquido e lì lasciato anche a lungo. Morbido, leggero, dolce pur non essendo ricco di zucchero, in grado di conquistare reali e popolani. Disposto a sposarsi bene con tutti i liquori, ma anche con frutta e creme, con la panna e nei casi più arditi, anche con il cioccolato, ma senza perdere la sua eleganza e soprattutto la regalità. Pronto ad arrivare in tavola tra cori ammirati di "ooooohhh" nel vedere la sua morbidezza e gustare la sua bontà, disposto a farsi tagliare senza rompersi, ma generando solo fette perfette ed a rilasciare in bocca tutto il dolce sciroppo assorbito.
Ma chi celerà la ricetta perfetta?

Babà filato con crema al limoncello e ciliegie

 Mentre tutti si ponevano questa domanda, arrivò alla corte dell'MTchallenge, la dolce Antonietta, che, dopo aver trascorso una notte a sognare timballi, pastiere e casatielli, al mattino realizzò che la ricetta della sfida del mese sarebbe stata proprio quella del babà.

A corte c'era anche una fanciulla (una volta!, ma questa è una favola...) che amava i dolci e, neanche a farlo apposta, era napoletana. Ahimè, però ella proprio sui dolci napoletani peccava, perché il babà in vita sua lo aveva fatto solo un'altra volta. Ma disse tra sè:"Se sfida deve essere, sfida sia! L'ho preparato una volta con il lievito di birra, dovrò provarlo con il lievito madre!" e così, si recò al panificio più vicino e se ne fece dare un pezzetto che curò per qualche giorno, facendogli anche il bagnetto, per renderlo bello forte. Ma il lievito non voleva crescere, finchè la fanciulla, pensò che avrebbe dovuto battezzarlo per farlo crescere e lo chiamò Antonietto. Così fu, il lievito crebbe e la fanciulla riuscì nel suo intento di preparare un babà che stupisse tutti gli ospiti per la bontà, ma cercò anche di renderlo più bello, seppure, rendere più bello qualcosa che è già bellissimo e praticamente perfetto è cosa ben difficile. Lo fece adornare da dolci ciliege, lo arricchì con una crema pasticcera al limoncello e lo inzuppò in una bagna allo cherry ed infine, come un velo che copre un bellissimo volto, lo ricoprì con fili di zucchero caramellato.
Lo portò alla corte dell'Mtchallenge e lo presentò alla dolce Antonietta ed a sua maestà Alessandra.


Babà allo cherry con ciliegie e crema pasticcera al limoncello


Ingredienti:

Per il babà

(ricetta di Antonietta)
280 g di farina bio tipo 0 Manitoba
3 uova  cat a grandi
100g di burro
90 g di latte
25 g di zucchero
50 g di lievito madre rinfrescato
10 g di lievito di birra
½ cucchiaino di sale

Per la bagna:

1 lt di acqua
400 g di zucchero
1 limone

Per la crema al limoncello:

250 ml di latte
2 tuorli
2 cucchiai colmi di zucchero
2 cucchiai rasi di farina
100 ml di limoncello
30 g di burro

Completamento del babà:

250 ml di cherry
3 cucchiai di gelatina di albicocche
300 g di ciliegie

Per la decorazione de fili di zucchero:

300 g di zucchero semolato
100 ml di acqua minerale
50 g di glucosio

Babà allo cherry con ciliegie e crema pasticcera al limoncello

Primo impasto
Versare in una ciotola 120 g di farina, fare la fontana, aggiungere 1 uovo, il lievito madre, lo zucchero e 30 g di latte tiepido. Impastare, coprire con un telo umido e attendere il raddoppio.

Secondo impasto
Versare in un'altra ciotola la restante farina (160 g), aggiungere il primo impasto e 1 uovo, sciogliere bene e amalgamare, poi incorporare il secondo uovo,
Impastare  energicamente per 10 minuti, battendo contro i bordi della ciotola e aggiungendo man mano dellatte a cucchiaiate.
Sciogliere il burro a bagnomaria o in un microonde e versarlo a filo sull’impasto, incorporandolo lentamente.
Per ultimo, in una tazzina “impastare” il lievito di birra con il sale finché diventa una cremina  liquefatta e aggiungere anche questa alla massa.
Una volta incorporati tutti gli ingredienti, ribaltare l’impasto su un piano da lavoro e lavorare energicamente piegandolo e sbattendolo più volte per 15/20 minuti.
Qui bisogna avere tenacia e resistenza perché questa è quella fase in cui è possibile ottenere un babà spugnoso e morbido, capace di assorbire e trattenere la bagna.
Per poterlo sistemare agevolmente nello stampo preventivamente imburrato, staccare dalla massa dei pezzi di pasta schiacciandoli con pollice e indice, come volessimo strozzarli, ottenendo così 6 palline.

Una volta completato il giro, con l’indice  sigillare gli spazi tra una pallina e l’altra, coprire con un telo umido e lasciar lievitare in forno spento con luce accesa per 2 ore, fino a triplicare di volume.

Accendere il forno  a 220°, raggiunta la temperatura infornare, abbassare a 200° e cuocere per 25 minuti.

Dopo circa 10 minuti di cottura coprire con un foglio di alluminio, per evitare che la superficie scurisca.

A cottura ultimata lasciar intiepidire per 15 minuti e capovolgere il babà possibilmente in una ciotola larga e bassa.

Versare l’acqua in una pentola, aggiungere lo zucchero e la scorza di limone, evitando accuratamente la parte bianca e lasciar sobbollire per 10 minuti.
Spegnere, lasciar intiepidire, passarlo attraverso un colino a maglie strette e versare sul babà ancora tiepido.

Ogni 15/20 minuti, aiutandosi con un mestolino, raccogliere lo sciroppo sul fondo del babà e irrorarlo di nuovo.
Continuare così finché non si presenta ben inzuppato e tratterrà lo sciroppo più a lungo, cedendolo sempre più lentamente.

Adagiarlo su un piatto da portata, facendolo scivolare con molta attenzione.

Scolare dal piatto lo sciroppo che sarà colato dal babà. Irrorarlo con lo cherry a proprio piacimento, spennellarlo con la gelatina di albicocche precedentemente sciolta a fuoco lentissimo,
 
Per la crema pasticciera: scaldare il latte e spegnere quando accenna a bollire.
Mettere a scaldare la pentola con l’acqua che servirà da bagnomaria per cuocere la crema.
Nella pentola dove invece cuoceremo la crema mettere i tuorli, lo zucchero e la farina setacciata; con una frusta amalgamarli energicamente e incorporare il latte versato a filo, continuando a mescolare. Passare nel bagnomaria a fuoco dolcissimo.
Girare la crema mentre cuoce sempre nello stesso verso, senza mai fermarsi per almeno 15 minuti e comunque fino a quando non avrà raggiunto la densità desiderata.

Spegnere, aggiungere il burro e incorporarlo con la frusta.

Lasciar raffreddare girando di tanto in tanto.

Quando la crema sarà fredda, aggiungere 100 ml di limoncello.
Sistemare la crema in un sac a poche e tenerla in frigo fino al momento dell’utilizzo.

Porre il babà sul piatto da portata, decorarlo con la crema, mettendone in abbondanza al centro e disporre le ciliegie intorno ed al centro del babà.

Preparare la decorazione di zucchero: mettere  in un tegame dal fondo spesso l'acqua, aggiungere lo zucchero ed il glucosio e mescolare appena.
Mettere sul fuoco e portare a 150°C senza mescolare.
Togliere dal fuoco e mescolare con uno stecchino per rompere le bolle. Immargere due forchette nel caramello e muoverle da un lato all'altro sul babà per lasciare cadere i fili di zucchero che si poseranno sul nostro dolce.




Babà allo cherry con ciliegie e crema pasticcera al limoncello

Reinterpretare un dolce della tradizione, a cui si è particolarmente affezionati e soprattutto si è legati ad interpretazioni abbastanza standard, non è stato facile e spero di essere riuscita nell'intento.

Babà allo cherry con ciliegie e crema pasticcera al limoncello

Anna Luisa



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Costa neo Collection, quarto, quinto e sesto giorno: navigazione e Porto Empedocle

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Dopo un giorno e mezzo nel porto di Barcellona che ci ha permesso di visitare al meglio la città catalana, ritorniamo sulla nave per la traversata che ci riporterà in Italia, dove faremo tappa in Sicilia, a Porto Empedocle. Questa è davvero una novità come porti toccati e ne approfittiamo per conoscere questo angolo di Sicilia che ancora ci manca.


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Contrasti: Millefoglie al cioccolato con caramello salato

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Mi piace enormemente vedere le reazioni delle persone quando provano un piatto ed ammetto che anche al risorante a volte, mi cade l'occhio sulle loro espressioni quando portano alla bocca il primo boccone di ciò che è stato appena servito loro.Ovviamente mi piace e mi diverto ancor di più nel vedere quando i miei amici provano un piatto fatto da me, soprattutto se si tratta di un dolce. Li vedo guardare furtivamente  forse con un po' di scetticismo la loro porzione. Provano a chiedere di cosa si tratti, rassegnati al mio silenzio per stuzzicare ancora di più la loro curiosità. Guardano ancora più a fondo nel tentativo di riconoscere qualche ingrediente, ma in realtà sanno perfettamente che la vista può ingannare e tutto può sembrare ciò che non è.

Ormai la curiosità è alle stelle, le papille gustative sono in subbuglio e loro cedono alla tentazione di assaggiare quel dolce. Prendono la forchetta e solitamente sollevano leggermente lo strato superiore, sempre nel tentativo di identificare la composizione. Finalmente la forchetta affonda i suoi rebbi nella fetta. Sotto le mani si averte prima la resistenza di un dolce che quasi non vuole essere violato, lo scricchiolio delle sfoglie che si rompono una dopo l'altra e quindi il morbido del caramello, nuovemente resistenza ed alla fine, ecco il boccone e sulla forchetta e viene portato alla bocca. Per un attimo si avverte gioia, la curiosità è appagata, ma saranno solo gli istanti seguenti a permettere l'identificazione dei componenti, dolce, croccante, amaro, morbido ed alla fine...salato. In questo momento si capisce se il dolce è riuscito, se è piaciuto veramente e non si vede dai complimenti che possono fare, ma dalle loro facce soddisfatte e gratificate.

Millefoglie al cioccolato con caramello salato

Mi piacciono i dolci, li amo alla follia e forse amo più prepararli che mangiarli, ma riuscire a mettere in un dolce più contrasti, delle consistenze e dei sapori diversi è una cosa che mi entusiasma. Creare quell'attimo di attesa e di curiosità e vedere le facce soddisfatte mentre mangiano un dolce fatto da me è una sensazione bellissima ed una soddisfazione enorme.

E' per questo motivo che, quando ho letto del contest "Contrasti", ho deciso che non potevo fare a meno di partecipare e, questa millefoglie al cioccolato con caramello salato, mi è sembrata l'idea giusta.
Ho abbinato due preparazioni per cui impazzisco, la pasta sfoglia nella versione al cioccolato con il carammello salato, creando così il contrasto tra il croccante delle sfoglie e la morbidezza del caramello, l'amaro del cacao con il dolce della crema e quest'ultimo con il gusto salato che si avverte alla fine. Insomma, i contrasti certo non mancano...

Millefoglie al cioccolato con caramello salato


Millefoglie al cioccolato con carmello salato


Ingredienti:


Per la pasta sfoglia al cacao (ricetta di I. Massari)


per il pastello

200 g di farina bianca 00 W360
80 g di acqua
40 g di panna
10 g di cacao
4 g di sale

per il panetto:

200 g di burro
40 g di cacao

Per il caramello salato:

280 g di zuccchero
130 g di panna
100 g di burro
5 g di sale

zucchero a velo

Millefoglie al cioccolato con caramello salato

Preparare la pasta sfoglia. Impastare separatamente le due masse e lasciarle riposare in frigo per circa 30 minuti. Fare attenzione che il cacao sia ben amalgamato al burro.

Stendere il pastello con il matterello, in modo da dargli una forma rettangolare.
Mettere il panetto tra due fogli di carta da forno e stendere anch'esso dandogli una forna rettangolare che sia poco più piccola d 1/3 della misura del pastello.
Disporre il pastello davanti a sé, in modo da tenere il lato corto davanti.
Disporre il panetto al centro e ripiegare i lembi del pastello in modo da farli combaciare e sovrapporre leggermente.

Ruotare sul tavolo di 90° il pastello e stenderlo nuovamente con il matterello. Sfogliare dando 1 tirata a 3, e 1 tirata a 4. Lasciare riposare in figorifero per un'ora e mezza o più, quindi terminare con 2 tirate a 3 e 4 pieghe alternandole.

E' bene tener presente che la sfoglia al cacao in realtà è un impasto molto complesso, perché il cacao in polvere ha una capacità di assorbimento dell'acqua da 2 a 4 volte superiore rispetto a quella delle farine (dipende dalla quantità di burro di cacao contenuto al suo interno).
Questo è l'unico impasto in cui si può usare un cacao grasso, perché aiuta a fare lievitare prima il pastello.

Note: Serve una farina forte nel panetto perché la presenza del cacao interrompe parzialmente la formazione del glutine.
Fare i giri a 3 pieghe significa stendere l'impasto tenendo al lato la parte chiusa.
Si otterrà un rettangolo. Girarlo di 90° sul tavolo e, dividendolo immaginariamente in 3 parti, sovrapporre prima quella destra e poi quella sinistra sulla parte centrale. Si otterrà un impasto che visto lateralmente sarà costituito da 3 strati.
Nel caso delle pieghe a 4, si dividerà immaginariamente il rettangolo in quattro parti, si piegheranno i due lati esterni in modo da farli incontrare al centro del rettangolo e quindi si piegherano nuovamente l'uno sull'altro. Guardando lateralmente, si vedranno 4 strati.

Preparare il caramello al burro salato. Mettere lo zucchero in un pentolino dal fondo spesso e farlo sciogliere a fuoco medio.
Farlo caramellare fino ad ottenere un color caramello intenso, senza che bruci.
Versarvi a filo in tre riprese la panna che avremo precedentemente portato a bollore in un altro pentolino.
Controllare la temperatura che dovrà essere di 108°C. Togliere il pentolino dal fuoco ed aggiungere il burro a pezzi.
Mescolare bene e lasciare raffreddare.
Una volta che il nostro caramello sarà raffreddato, riporlo in frigo in un contenitore chiuso, fino al suo utilizzo.
Note: la preparazione del caramello può essere fatta in una sola volta mettendo tutto lo zucchero nel pentolino, oppure mettendo poco zucchero alla volta, aggiungendone altro solo quando quello nel pentolino si sarà caramellato.

Stendere la pasta sfoglia dello spessore di 2,5 mm e, con un coppapasta rettangolare ottenere dei rettangoli di sfoglia.

Disporli sulla placca rivestita di carta da forno e, dopo averli fatti raffreddare in frigorifero per un'ora, cuocerli a 180°C per 30 minuti.

Estrarli dal forno, spolverizzarli di zucchero a velo e rimmetterli in forno a 230°C per 2-3 minuti, o finché lo zucchero si sarà completamente caramellizzato.

Fare raffreddare i nostri rettangoli di sfoglia su una grata.
Dividerli a metà, oppure accoppiarli a due a due, e farcirli con il caramello salato, usando una sac à poche con bocchetta piatta.

Spolverizzare di zucchero a velo prima di servire i trancetti di millefoglie.

Millefoglie al cioccolato con caramello salato


Ora ditemi, cosa provate voi al primo assaggio di un dolce?

Con questa ricetta partecipo al contest di Coccole di dolcezza "Contrasti".

 Anna Luisa


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Per un picnic perfetto: quiche di salmone, caprino e melagrana

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Un mese pieno di "ponti", non mi viene altro in mente che definire così questo Aprile in cui un giorno si lavorava e l'altro si poltriva. Ma la cosa bella è che quando si lavorava, non si sapeva mai che giorno fosse, ci si confondeva, scambiando tutti i giorni della settimana per venerdì o per lunedì, a seconda se fossero prima o dopo il giorno di riposo. Purtroppo il tempo metereologico non ha assistito quelli che volevano organizzare picnic che sarebbero durati due settimane, ma pazienza l'importante è riposarsi e godersi qualche ora di relax.

A dire la verità io non rientro in questa categoria, non ho un buon rapporto con la natura, non sono una a cui piace stendersi o rotolarsi nell'erba, se vedo una formica quasi scappo.

Quando ero ragazza i nostri picnic erano organizzati in riva al mare, in primavera era tutto spettacolare. Il mare calmo, la brezza marina ancora fresca, il profumo di salsedine che ha un non so che di inebriante, il sole che iniziava ad emanare un lieve tepore e soprattutto...niente formiche!

Scherzi a parte, ormai conoscete la mia passione per il mare e quindi capirete che dopo mesi di "astinenza", per me riavvicinarmi a questo immenso amico blu, era sempre motivo di gioia.
Ripensandoci però c'è stato un picnic sui prati che ricordo con entusiasmo. Erano i giorni che precedevano il matrimonio di mio cugino in Colorado e gli sposi con le rispettive famiglie organizzarono per bene le gite e le cose da fare per gli ospiti venuti dall'Italia. Eravamo un bel gruppo tra amici e parenti e quando ci dissero che avremmo fatto un picnic, immaginai che non poteva essere un classico picnic. Non solo prenotarono una zona del parco, ma arrivò un catering con cesti da picnic ovviamente, contenenti ogni ben di Dio. Ricordo quei sandwich perfetti, parevano quasi finti...e come erano buoni...E gli scoiattolini che venivano a giocare con noi nella speranza di poter partecipare anche loro al picnic. Alla fine ci stava bene una bella partita di calcio, mentre qulcuno un po' più pigro, vale a dire la sottoscritta, faceva una passeggiata nel bosco chiacchierando allegramente con sua cugina.
Ora lo so che vi aspetterete un bel sandwich come ricetta di oggi, invece vi propongo un'altra quiche, questa volta al salmone, si, perché per me in un picnic non possono mancare le quiche.

La ricetta è tratta da "Alice"e insieme al salmone c'è la melagrana che evidentemente non è di stagione, ma al supemercato ormai si trovano facilmente i brick di succo di melagrana, che cadono a pennello per questa preparazione. Se poi volete annotare la ricetta e prepararla quando sarà tempo di melagrana, basterà prelevare i chicchi di questo frutto, metterli nello schiacciapatate e raccogliere il succo che otterrete. Con dei chicci potrete anche decorare la vostra quiche. Ho preferito preparare delle monoporzioni, ma volendo, si può optare per un'unica quiche.

Ma passiamo alla ricetta.

Quiche di salmone, caprino e melagrana


Quiche di salmone e melagrana


Ingredienti:

200 g di salmone fresco
1 melagrana (oppure 200 ml di succo)
1 rotolo di pasta brisèe
250 g di formaggio spalmabile (quark)
200 g di chèvre semistagionato
2 uova
sale
pepe bianco
pepe rosa in grani

Tagliate il salmone a dadini di circa 1 cm.

Raccogliete i chicchi di 1/2 melagrana nel bicchiere di un frullatore, passateli in un colino a maglie strette, irrorate il salmone e fate marinare, aggiungendo qualche grano di pepe rosa.

In una ciotola raccogliete le uova, il formaggio spalmabile e 130 g di chèvre tritato; salate, pepate e amalgamate fino a ottenere un composto omogoneo, quindi aggiungete il salmone ben scolato dalla marinatura.

Tagliate a fettine il restante chèvre.

Sistemate la pasta brisée in una teglia per crostata (precedentemente imburrata), versate il composto e ricoprite con le fettine di formaggio. Infornate a 250°C per 35-40 minuti.
Trascorso il tempo di cottura, sfornate e lasciate intiepidire.
Decorate con i chicci di melagrana e servite.

Note mie:

preferisco sempre preparare io la pasta briséè perché ritengo che ci voglia più tempo ad andare al supermercato per comprarla, facendo la fila alla cassa, piuttosto che preparandola da soli in casa. La ricetta è questa:

Pasta brisée:

250 g di farina 00
150 g di burro
1 uovo
1 cucchiaio di latte freddo
1 cucchiaino di sale

Disporre a fontana sul piano di lavoro la farina ed il sale.
Dividere a cubetti il burro e metterlo al centro della fontana con il cucchiaio di latte ed il burro e impastare velocemente, in modo da non riscaldare gli ingredienti, fino ad ottenere un impasto uniforme.
Avvolgerlo nella pellicola per alimenti e riporlo in frigorifero per almeno mezz'ora.
Avendo preparato delle monoporzioni, la cottura si è ridotta a 20-25 minuti ed ho abbassato anche la temperatura a 180°C (250°C mi parevano eccessivi).

Quiche di salmone, caprino e melagrana

Non sono molti i casi in cui in un piatto convivono il pesce ed il formaggio, ma questo è un connubio buonissimo...come un picnic in riva al mare.

Con questa ricetta partecipiamo al contest "Come ti piace farlo? il picnic" 



Anna Luisa